Una recessione globale non è imminente, ma questo non significa che il futuro sia roseo. Gli economisti dell’Economist Intelligence Unit affermano infatti che bisognerebbe prepararsi piuttosto a un aumento dei costi e a una crescita più lenta.
Di fatti, sebbene la guerra in Ucraina e le interruzioni dovute alle pandemie continuano a creare scompiglio nelle catene di approvvigionamento, la stagflazione – cioè, quella situazione caratterizzata da bassa crescita e alta inflazione – resterà con noi per “almeno i prossimi 12 mesi”.
Secondo l’EIU, “i prezzi delle materie prime cominceranno a diminuire a partire dal prossimo trimestre, ma resteranno permanentemente più alti rispetto a prima della guerra in Ucraina per il semplice motivo che le forniture russe di molte materie prime saranno permanentemente ridotte”.
Tuttavia, anche se i prezzi più alti causeranno sofferenza economico-finanziaria alle famiglie, la crescita in molte parti del mondo, pur essendo lenta, continuerà a proseguire favorendo la tenuta dei mercati del lavoro.
Quindi, i consumatori – pur temendo che si ripeta l’ultima recessione globale causata dalla crisi dei subprime negli Stati Uniti oltre 10 anni fa – non devono iniziare a prepararsi per una recessione. “Per quasi tutte le economie asiatiche, una recessione è abbastanza improbabile, se parliamo di periodi successivi di PIL negativo“, ha dichiarato ancora l’EIU. E, anche se l’economia globale è a rischio di recessione, molti consumatori hanno pur sempre ampi risparmi e scorte di beni durevoli.
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