L’inflazione nel Regno Unito ha raggiunto il 6,2% annuo a febbraio, il valore più alto dal marzo del 1992, supportato dall’impennata dei costi di cibo, carburante ed energia.
E così, il dato dell’indice dei prezzi al consumo di febbraio è stato superiore alle aspettative di consenso tra gli economisti intervistati da Refinitiv, che puntava a un dato annuale del 5,9%, e ha superato di gran lunga il precedente massimo di 30 anni, toccato a gennaio, con il 5,5%.
Su base mensile, l’inflazione CPI è stata dello 0,8%, superando le aspettative di un aumento dello 0,6% e segnando il più grande aumento mensile CPI tra gennaio e febbraio dal 2009.
Ricordiamo come la Banca d’Inghilterra abbia aumentato i tassi d’interesse in tre riunioni consecutive di politica monetaria, incrementando il costo dei prestiti dal suo minimo storico dello 0,1% allo 0,75%, cercando di contenere l’inflazione incontrollata senza soffocare la crescita economica.
Il Comitato di politica monetaria ha cercato altreì di fornire un tono più dovish di quanto previsto dal mercato, la scorsa settimana, sottolineando la stretta sui redditi delle famiglie in mezzo a un forte aumento dei prezzi delle materie prime dopo l’invasione della Russia in Ucraina. I policy maker si aspettano ora che l’inflazione raggiunga il picco dell’8% nel secondo trimestre del 2022.
L’indice dei prezzi al consumo compresi i costi di alloggio dei proprietari (CPIH) – la metrica preferita dall’Office for National Statistics – è aumentato del 5,5% nei 12 mesi a febbraio 2022, dal 4,9% nei 12 mesi a gennaio.
“I maggiori contributi al rialzo al tasso d’inflazione sui 12 mesi del CPIH di febbraio 2022 sono venuti dall’alloggio e dai servizi domestici (1,39 punti percentuali, principalmente da elettricità, gas e altri combustibili, e dai costi di alloggio dei proprietari occupanti) e dai trasporti (1,26 punti percentuali, principalmente dai carburanti e dalle auto di seconda mano)“, ha spiegato l’Istituto di Statistica.
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