La seconda settimana del mese è solitamente piuttosto tranquilla in termini di indicatori. E, naturalmente, la settimana che è in avvio domani non sembra fare eccezione. Inoltre, non ci sono importanti riunioni delle banche centrali nei prossimi giorni, rendendo dunque questo periodo piuttosto “calmo” sul fronte dei market mover.
Ma il mercato sarà volatile?
Si può pensare che agosto sia di solito il periodo in cui il mercato entra in una fase di forte volatilità anche a causa dei più ridotti volumi di scambio ma… non è necessariamente così.
Tuttavia, la seconda settimana di agosto generalmente non è quella più volatile e, dunque, dovremmo attenderci un comportamento non troppo irruento dei listini.
Per quanto concerne i dati in uscita, il principale indicatore della settimana è l’indice dei prezzi al consumo (CPI) di mercoledì da parte degli Stati Uniti. Il CPI non è l’indicatore dell’inflazione che la Fed ha maggiormente a cuore (quello è il deflatore delle spese di consumo personale, o più precisamente, il deflatore PCE core) ma il mercato gli presta comunque buona attenzione. Il mercato si aspetta che il tasso d’inflazione scenda leggermente a luglio. Questo confermerà la narrativa della Fed che l’inflazione più alta è solo “transitoria”?
Ancora, gli Stati Uniti annunceranno il loro indice dei prezzi alla produzione (PPI) venerdì. Anche questo dovrebbe iniziare a scendere, un segno forse che le pressioni inflazionistiche a monte stanno iniziando a diminuire – anche se la relazione tra il PPI e il CPI non è così semplice. L’unico altro indicatore importante degli Stati Uniti è il report di domani sulle offerte di lavoro e il sondaggio sul turnover del lavoro (JOLTS). Ci si aspetta che il numero di posti di lavoro aperti salga ulteriormente ad un livello record.
Tuttavia, il ritmo di aumento è rallentato visibilmente: è crollato il mese scorso e ci si aspetta che sia relativamente lento anche questo mese. Diversi funzionari della Fed hanno indicato il grande numero di posti di lavoro aperti rispetto al numero di disoccupati come un segno che il mercato del lavoro è più stretto di quanto sembri – ora c’è quasi un posto di lavoro aperto per ogni disoccupato.
L’altro grande evento statistico della settimana è il gruppo di pubblicazioni di venerdì per il Regno Unito, quando il Paese annuncerà il PIL, la produzione industriale e manifatturiera, e il commercio. Per quanto riguarda il PIL Q2, la previsione del mercato del 4,8% è simile alle aspettative della Banca d’Inghilterra di un aumento del 5,0% su base trimestrale, e quindi non causerebbe alcun cambiamento nel sentimento della BoE.
A questo ritmo, e assumendo le previsioni di mercato più lontane, la Gran Bretagna si riprenderà ai livelli pre-pandemici di produzione nel primo trimestre del prossimo anno, contro il quarto trimestre di quest’anno per l’Eurozona e il secondo trimestre per gli Stati Uniti.
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