Secondo quanto rivela una nota a cura di Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders, nell’Eurozona si sarebbero fatti più chiari i segni di un progresso sul fronte vaccinale e della ripresa economica.

Anche se a livello di dati l’area euro è tornata tecnicamente in recessione tecnica, non mancherebbero dunque i motivi di un tiepido incoraggiamento.

Eurozona in recessione

Cominciando dai dati puntuali, la lettura preliminare del Pil in Eurozona per i primi tre mesi dell’anno parla di un – 0,6% su base trimestrale e di un – 1,8% su base annuale. Si tratta di una retrocessione ampiamente attesa, considerato il lungo periodo di lockdown.

Dunque, risulta essere di maggiore interesse notare come alcuni Stati membri abbiano sovraperformato, permettendo così al dato aggregato di superare le previsioni del consensus a -0,8%. Il Paese con la crescita maggiore è stato il Belgio, + 0,6% t/t, davanti a Francia (+ 0,4% t/t) e Austria (+ 0,2% t/t). Di contro, il Paese più duramente colpito è risultato essere la Germania (- 1,7% t/t). L’Italia si è contratta dello 0,4% t/t.

Complessivamente, Schroders ritiene che lo slancio economico dovrebbe essere più intenso nel terzo trimestre dell’anno, considerato che le restrizioni saranno gradualmente rimosse.

I vaccini

Passando poi alla media di vaccini somministrati giornalmente, i dati mostrano come i principali Stati membri stiano raggiungendo i livelli del Regno Unito, che è spesso considerato un punto di riferimento europeo come efficacia della campagna vaccinale.

Insomma, è molto probabile che l’Eurozona – al netto di nuove difficoltà – possa raggiungere l’immunità di gregge prima del prossimo inverno, evitando così nuove chiusure generalizzate da qui in avanti.

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