Il PIL Italia relativo al secondo trimestre 2020 è crollato ma non c’è stata quell’ecatombe anche alcuni studi avevano prospettato. Ovviamente c’è poco da esultare per tutto questo anche perchè le dimensioni del ribasso del PIL italiano nel secondo trimestre 2020 a causa dell’emergenza coronavirus e del lockdown resta comunque drammatico. In questo contesto, la sola magra consolazione è che poteva andare addirittura peggio rispetto a quello che è poi avvenuto.
Ma veniamo ai numeri che, comunque, non stanno avendo alcun impatto su Borsa Italiana oggi 31 luglio, proprio perchè il crollo era scontato.
Secondo i dati comunicati dall’Istat il Prodotto Interno Lordo dell’Italia nel secondo semestre 2020 ha registrato un calo del 12,4 per cento rispetto al trimestre precedente e del 17,3 per cento rispetto al secondo trimestre 2020. Su base annua, quindi, l’andamento dell’economia italiana è stato disastroso. Le stime degli analisti più pessimisti erano per una flessione del 15 per cento rispetto al trimestre precedente e del 18,7 per cento anno su anno. A proposito di stime, in questo articolo ci sono le previsioni PIL Italia 2020 dei vari enti internazionali (come il Fondo Monerario Internazionale).
Il PIL del secondo trimestre ha fatto registrare il valore più basso dal primo trimestre 1995 ossia dal momento in cui ha avuto inizio l’attuale serie storica. Secondo quanto commentato dalla stessa Istat si tratta di una contrazione senza precedenti.
In base alle indicazioni finali diffuse a suo tempo dall’Istat, nel primo trimestre 2020, il PIL dell’Italia aveva registrato un calo del 5,3 per cento nel confronto con il trimestre precedente e del 5,4 per cento rispetto al primo trimestre 2019. Sempre nello stesso periodo, l’Istat aveva rivelato che tutti i principali aggregati della domanda interna avevano registrato una forte diminuzione nel confronto con il trimestre precedente. In particolare, stando ai dati finali diffusi dall’istituto di statistica, i consumi finali nazionali erano risultati in calo del 5,1 per cento mentre gli investimenti fissi lordi avevano registrato una flessione dell’8,1 per cento. Variazione negativa nel primo trimestre 2020 anche per importazioni e per le esportazioni con le prime in ribasso del 6,2 per cento e le seconde che avevano registrato un calo dell’8 per cento.
Alla luce dei dati del primo trimestre 2020, che inglobavano anche il mese di marzo, periodo in cui ebbe inizio il lockdown a causa dell’esplosione dell’emergenza coronavirus e della decisione del governo di varare il locjdown, il crollo del Prodotto Interno Lordo nazionale nel secondo trimestre (periodo da aprile a giugno) era ampiamente prevedibile.
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