Economia italiana in chiaroscuro sia per l’anno in corso che per il 2021. Nel report G20 Surveillance Note, il Fondo Monetario Internazionale ha confermato le stime sul PIL Italia 2020 e quelle sul PIL Italia 2021. Nel dettaglio il PIL italiano dovrebbe salire dello 0,5 per cento al termine dell’anno corrente e dello 0,7 per cento nel 2021. Le stesse stime erano state formulate in occasione del World Economic Forum di Davos.

Nella nuova analisi del FMI sull’andamento dell’economia italiana, c’è anche un riferimento ai punti deboli del quadro macro del Bel Paese. Il Fondo Monetario Internazionale, in particolare, ha posto l’accento sul debito pubblico italiano che resta sempre troppo elevato (in questo articolo sono contenuti gli ultimi dati sull’indebitamento pubblico dell’Italia). 

A tal riguardo nell’analisi del FMI si afferma che la priorità del governo italiano deve essere quella di garantire la sostenibilità del debito. Questo comporta uno “uno spazio fiscale limitato” e quindi l’attuazione di misure di consolidamento fiscale e il lancio di una vasta politica orientata alla crescita.

Spostando poi l’attenzione dall’Italia al mondo, nella nota G20 Surveillance Note si afferma che, dopo la fase di rallentamento economico che ha caratterizzato il 2019, nell’anno corrente l’economia dovrebbe riusciere a rafforzarsi lentamente. 

Nonostante questa view ottimistica, comunque, il FMI continua a vedere la presenza di rischi al ribasso con una ripresa che continua ad essere fragile.

Tra i vari fattori di rischio il report dell’FMI cita anche la questione coronavirus. L’epidemia sta praticamente bloccando l’economia cinese con ripercussioni anche sull’andamento di altre economie. A tal riguardo la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva ha espresso il suo auspicio che i ministri delle finanze del G20 scendano in campo per cercare di trovare soluzioni concordate finalizzate alla riduzione  dei rischi legati al commercio ma anche ai cambiamenti climatici.

In merito al coronavirus, le cui conseguenze economiche destano una certa preoccupazione, la Georgieva ha affermato che l’economia della Cina potrebbe registrare un boom non appena la fase di emergenza dovesse finire. Viceversa nel caso in cui ci dovesse essere un peggioramento, sarebbe inevitabile un “rallentamento più forte e prolungato in Cina” con inevitabili effetti sull’andamento dell’economia mondiale. 

Economia Eurozona: analisi Mirabaud AM

Sempre in tema di analisi macroeconomiche, rileviamo come la seconda stima relativa ai numeri di crescita dell’Eurozona nel quarto trimestre 2019 non abbia messo in evidenza alcun segnale di miglioramento. L’attività economica aggregata dell’area Euro ha subito un rallentamento a fine anno mentre il rimbalzo atteso per il 2020 appare sempre più risicato.

Secondo Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, è evidente che la produzione industriale di Eurolandia abbia segnato una contrazione sincronizzata tra i principali paesi con un forte ribasso a dicembre. La flessione ha causato la spinta della produzione industriale aggregata sotto la emdia del 5 per cento. Tutti i settori, ad eccezione della produzione delle raffinerie, sono andati male. In termini numerici la produzione manifatturiera ha registrato un calo del 2,3 per cento su base mensile. 

Per quello che riguarda il futuro l’analista ritiene che sia possibile un miglioramento, anche in Germania e in Francia. In tal senso i dati macro sul PMI in pubblicazione domani 21 febbraio potrebbero offrire molti spunti di analisi. 

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