Dopo esserci occupati delle previsioni economiche 2020 e di quelli che saranno i più importanti temi macroeconomici del prossimo anno, in questo post rivolgeremo l’attenzione ad argomenti ancora più specifici. Quali sono le principali fonti di preoccupazione previste per il 2020 sarà la domanda portante di questo articolo. Rispondere a questo interrogativo significa comprendere cosa preoccuperà gli investitori il prossimo anno. Identificare le possibile fonti di paure è molto importante per definire quelle che sono le specifiche strategie di investimento.
Secondo Joseph Little, Global Chief Investment Strategist, HSBC Global Asset Management, le tre più importanti fonti di preoccupazione per gli investitori nel 2020 saranno: il venir meno della sovraperformance macro americana, l’andamento dei prezzi delle azioni europee ed emergenti e il ruolo dei titoli di stato come strumento per la diversificazione degli investimenti.
In generale l’analista ha messo in evidenza il fatto che gli investitori stiano vivendo nell’era dell’incertezza e siano sempre più costretti a fare i conti con una serie di incertezza tanto politiche quanto economiche.
Secondo Little, il 2019 lascerà in eredità un concetto ben preciso: il fatto che l’incertezza sia parte integrante del sistema non significa che gli investitori devono per forza di cose scegliere una strategia di azione cauta.
Lo scenario base di HSBC per il 2020 è positivo. Secondo gli esperti il prossimo anno ci sarà una crescita lenta ma continua e questo è un fatto positivo. Altre caratteristiche del 2020 saranno la bassa inflazione e la politica monetaria accomodante. E per quello che riguarda la recessione? Secondo HSBC il rischio recessione riguarderà il 2021 (o anche oltre) ma non certo l’anno venturo.
Per conoscere le altre stime sull’economia mondiale leggi anche Previsioni economia mondiale 2020: view UBP su Forex, fintech e materie prime.
Ma torniamo a quelle che sono HSBC saranno le grandi fonti di preoccupazione degli investitori per il 2020.
Macroeconomia 2020: il quadro di riferimento
UBS GWM ha elaborato un modello di previsione sull’andamento dell’economia nel 2020. I capisaldi di questo modello sono:
- crescita del 3 per cento contro il 3,1 per cento del 2019 quindi è possibile che il prossimo anno ci sia un leggero rallentamento economico
- crescita dei mercati sviluppati dall’1,6 per cento del 2019 all’1,1 per cento
- crescita dei mercati emergenti al 4,6 per cento contro il 4,2 per cento precedente
Questo il quadro di riferimento fermo restando che secondo gli analisti il profilo di incertezza, causato dalle scelte geopolitiche e legislative ma anche dall’approssimarsi delle scadenze elettorali, resta alto.
Previsioni economia Usa 2020
Negli ultimi 18 mesi gli Stati Uniti, dal punto di vista macroeconomico, hanno messo a segno quella che tecnicamente si chiama sovraperformance. Nel 2020 non è da escludere che possa esserci una inversione di rotta anche perchè le conseguenze positive derivanti da una riduzione degli oneri fiscali negli Stati Uniti si stanno affievolendo e contestualmente è in aumento l’incertezza relativa alla politica commerciale.
Attenzione però a non drammatizzare perchè l’allentamento monetario da un lato e la solidità del credito al consumo dall’altro, impediranno alla crescita di scendere sotto al trend.
Secondo UBS è molto probabile che si possa assistere ad un aumento dei tassi di interesse e non ad un loro calo alla luce di quello che è l’andamento dell’inflazione.
Previsioni mercati emergenti 2020
I mercati emergenti nel 2020 torneranno a crescere grazie alla spinta decisiva dell’Asia e quindi della Cina. Secondo HSBC Pechino ha registrato una leggera crescita a partire dal primo trimestre 2019. Questo rialzo potrebbe proseguire anche nel corso del 2020, guerra commerciale permettendo. Ad ogni modo gli esperti ritengono che il governo sarà sempre pronto ad intervenire in futuro.
Durante la fase di rallentamento economico della Cina si è verificata una stabilizzazione dei paesi emergenti. Il quadro che si è venuto a creare è il seguente: c’è una modesta ripresa ma essa non si rafforzerà mai anche perchè la crescita in Cina e quella in Usa sono deboli.
Se i mercati emergenti si muovono lentamente, Europa e Giappone restano invece in coda all’economia mondiale. Per HSBC è comunque possibile che un leggero miglioramento della crescita dei mercati emergenti possa essere da sostegno all’export europeo. Le azioni dell’area Euro dovrebbero essere sostenute anche dalle politiche di allentamento monetario della BCE.
Tirando le somme, HSBC prevede nel 2020 una leggera ripresa dell’economia dell’area Euro che potrebbe essere anche più forte se il rapporto tra UE e Gran Bretagna diventasse finalmente più chiaro.
Asset allocation
Ultimo paragrafo dell’analisi di HSBC è dedicato all’asset allocation. Secondo gli analisti l’azionario europeo ed emergente e l’obbligazionario con duration non molto elevata restano interessanti. Per questo motivo stando alle previsioni nel 2020 ci sarà una forte propensione al rischio nell’asset allocation di HSBC.
Attenzione però a non lasciarsi andare ai facili entusiasmi poichè l’oggettiva presenza di incertezza andrà a limitare il rialzo atteso.
Considerando tutti questi elementi secondo gli esperti la migliore strategia da adottare per il 2020 è quella che punta su una diversificazione intelligente.
Nel corso degli ultimi anni i titoli di stato sono riusciti a mettere a segno uno straordinario profilo di rendimento fungendo così da copertura sui rischi azionari globali. Nel 2020, però le forze che hanno sostenuto i bond potrebbero iniziare a cambiare rotta e quindi le obbligazioni, come strumento di diversificazione, perderebbero di efficacia.
E’ per questo che la chiave di successo in un’era così incerta come quella attuale sarà la capacità di matenere un approccio dinamico nelle fasi di costruzione dell’asset allocation.
Azioni previsioni 2020
Alla luce del quadro macroeconomico delineato nel post, quali previsioni sulle azioni si possono fare per il 2020?
Secondo gli analisti è possibile che il sostegno delle banche centrali possa consentire una buona performance dell’equity. Ovviamente restano i dubbi legati alla guerra commerciale Usa-Cina.
Secondo Lori Heinel, deputy global chief investment officer di State Street Global Advisors, la buona domanda interna e i dati positivi sulla spesa per i consumi potrebbero dare un valido sostegno alle azioni americane. Del resto negli Usa il contesto appare favorevole visto che le misure di politica monetaria hanno determinato un aumento della propensione al rischio e un calo del pericolo di recessione.
E per quello che riguarda le azioni europee? Secondo il gestore l’azionario europeo presenta si valutazioni interessanti ma è comunque sensibile alle persistenti incertezze politiche e strutturali. Certamente una maggiore chiarezza sulla Brexit, molto probabile alla luce della netta affermazione dei Conservatori alle elezioni nel Regno Unito, potrebbe aiutare il potenziale dell’azionariato europeo ad esprimersi al meglio.
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Romain Boscher, Global CIO, Equities di Fidelity international, ritiene che anche gli utili siano destinati a fare la loro parte. Il 2019 si chiuderà con il rimbalzo dei mercati azionari dopo un periodo per nulla facile che era iniziato alla fine del 2018. Secondo l’analista mentre il settore industriale è scivolato in recessione, la forza mostrata dai consumi Usa e il peso decrescente del settore industriale sul Pil globale, lasciano aperta la porta alla possibilità che possa verificarsi un soft landing dell’economia globale nel 2020.
In tale contesto è possibile che gli utili possano raggiungere prima i livelli minimi per poi riprendersi. A conti fatti, dopo un 2019 senza scossoni, è possibile che il prossimo anno possa esserci una crescita dell’8 per cento circa.
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