I nuovi PIR sono un fallimento e la colpa è soprattutto della nuova normativa dei piani individuali di risparmio. A lanciare l’allarme è stato il Centro Studi Le Fonti dipartimento Asset Management che, in un report dedicato ai PIR e titolato “La nuova normativa affosssa definitivamente i PIR” ha parlato di battuta d’arresto dopo il successo del primo anno e di interesse sempre più basso da parte degli investitori. Insomma i PIR non vanno più di moda e la nuova normativa potrebbe essere stata la pietra tombale definitiva sull’appeal dei Piano Individuali di Risparmio. 

La ricerca realizzata dal Centro Studi Le Fonti è stata redatta ponendo, come punto di partenza, un sondaggio condotto su un campione di circa 1.400 professionisti della consulenza finanziaria. Tale compione includeva consulenti finanziari ma anche consulenti indipendenti e private banker. A questo campione di professionisti della consulenza sono state poste una serie di domande calibrate e volte ad ottenere una valutazione di quello che è l’attuale sentiment del mercato degli investitori privati ai quali i Piani Individuali di Rispamio si rivolgono. 

Nel primo anno di introduzione dei PIR, ossia nel 2017, la raccolta dei Piani Individuali di Risparmio aveva battuto le attese collocandosi a quota 11 miliardi di Euro. Tale risultato fece ben sperare anche perchè, già a partire dall’anno successivo, venne anche introdotta la possibilità per l’investitore di arrivare ad una quota entro i 30mila euro. I PIR vennero lanciati dal governo dell’epoca con l’obiettivo di creare uno strumento che fosse in grado di sostanere gli investimenti in società italiane creando le condizioni per un incremento delle quotazioni sull’AIM Italia di Borsa Italiana.

Purtroppo dopo il successo del 2017, i limiti di Piani Individuali di Risparmio sono balzati all’occhio e, a causa anche della forte instabilità politica, i PIR sono finiti in soffitta.

Secondo Le Fonti il tentativo di ridare slancio ai PIR con la nuova normativa, si è rivelato fallimentare. Stando al sondaggio, infatti, meno del 10 per cento di chi aveva sottoscritto un PIR nel 2017 ha deciso di far salire la sua quota. Del resto sono gli stessi consulenti ad essere freddi dinanzi ai nuovi Piani Individuali di Risparmio. Alla domanda “quanto consiglieresti di investire in PIR”, la media si ferma a 41 su 100. Davvero troppo poco. Tra i motivi per cui non si più più spinti ad investire in PIR come in passato ci sono la situazione economica e politica del Paese ma anche la presenza di poche PMI sull’AIM Italia. Insomma, a meno che non ci siano evoluzioni positive in futuro, sui PIR è calato il sipario. 

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