Mario Draghi è arrivato alla fine del suo mandato alla guida della Banca Centrale Europea. Quello di Draghi al vertice dell’EuroTower è stato un regno. Il mandato dell’ex Goldman Sachs alla BCE è infatti durato ben 8 lunghi anni. Non crediamo sia quindi improprio parlare di un’era Draghi alla guida della BCE. Ebbene con le decisioni di inizio luglio e la nomina di Cristine Lagarde come successore di Draghi, l’epoca di un banchiere italiano alla guida della Banca Centrale Europea, ossia della massima autorità sulla politica monetaria dell’Eurozona, è andata definitivamente in archivio.

Come avviene in tutte le occasioni di avvicendamento è tempo di bilanci. Questo post è appunto dedicato a quelli che sono stati i risultati del mandato di Draghi alla BCE. Il punto di vista che adotteremo per dare un nostro giudizio all’era Draghi sarà quello nazionale. In realtà l’approccio nazionale si confonde con quello europeo poichè Draghi intervenendo per salvare l’Euro ha salvato l’Italia e salvando l’Italia ha salvato anche la moneta unica.

Prima di esprimere qualsiasi giudizio di valore è indispensabile mettere ben in chiaro un punto: Mario Draghi alla BCE ha operato in un momento storico difficilissimo caratterizzato da una grave crisi finanziaria in un contesto di globalizzazione. Giudizi frettolosi a posteriori magari di soggetti che non sanno neppure cosa sia lo spread BTP BUND sono fuori luogo e quindi ridicoli. Prima però di arrivare all’era Draghi alla guida della BCE, partiamo da un pò di storia.

Mario Draghi curriculum e pillole sulla vita

Mario Draghi è nato nel 1947 ed ha frequentato le scuole dai gesuiti. Questo particolare è molto importante in quanto il futuro governatore della BCE sarà sempre fedele ad una visione cattolica della vita.

Il primo atto di una certa rilevanza compiuto dal banchiere e dal tecnico Draghi risale al 1998. Quell’anno Draghi legò il suo nome al Testo Unico della Finanza ossia al TUF. Il decreto 56 del 24/2/1998 è ancora oggi alla base del sistema bancario italiano.

Dopo questa esperienza nazionale, forte del prestigio conseguito, Draghi divenne capo della commissione europea di Goldman Sachs. Proprio il rapporto Draghi Goldman Sachs procurerà al futuro governatore della BCE tutta una serie di critiche. Anche a distanza di tanti anni, i detrattori di Draghi sfruttarono l’incarico ricevuto dalla banca d’affari Usa per sostenere la tesi per cui Draghi era ed è uomo dei poteri forti, dell’austerità, della schiavitù monetaria e chi più ne ha più ne metta.

In realtà Draghi abbandonò questo incarico di prestigio non appena venne nominato governatore della Banca d’Italia nel 2005 a seguito delle dimissioni Antonio Fazio dalla guida di Via Nazionale. L’esperienza di Draghi alla guida di Bankitalia durò sei anni. Nel 2011, infatti, Mario Draghi fu nominato governatore della BCE. E’ lì che ebbe inizio l’era Draghi all’EuroTower.

Mario Draghi BCE cosa ha fatto per l’Italia?

Il primo atto di Draghi alla guida della BCE fu la famosa lettera inviata al governo italiano. Dinanzi ad un attacco speculativo senza precedenti contro l’Italia e, ovviamente contro l’Europa, Draghi mise in chiaro un concetto che sarà poi uno dei capisaldi della sua dottrine e delle sue idee: la BCE è pronta a sostenere i titoli di stato italiani fornendo quello che poi passerà alla cronaca come il famoso ombrello, ma in cambio il governo italiano deve fare la sua parte attuando riforme che non sono più rinviabili per mettere in sicurezza i conti pubblici di un paese caratterizzato da un debito pubblico altissimo.

Mario Draghi salva Euro

Mario Draghi speech e grazie alle sue parole…salva l’Euro. E’ sintetizzabile in questo passaggio il senso del periodo più cupo dell’era Draghi alla guida della Bce. Durante i primi anni come governatore della Banca centrale Europea, infatti, Super Mario si trovò ad affontare momenti delicatissimi e difficilissimi. Siamo negli anni a cavallo tra il 2011 e il 2013 e in quel periodo si parlò apertamente di possibile fallimento dell’Euro, di quasi certo crollo dell’Eurozona. Una serie di cavalli di Troia, prima quello greco, poi quello portoghese ancora quello spagnolo e quello italiano, minarono la stabilità e l’esistenza dell’Euro. In quegli anni si parlava di contagio, PIIGS, uscita della Grecia dall’Euro, uscita dell’Italia dall’Euro, disastro etc.

Ebbene Draghi riuscì a disinnescare una dopo l’altra tutte queste bombe pronte a fare saltare in arie l’Eurozona. Ci riuscì affermando che la BCE avrebbe protetto l’Euro scendendo in campo con tutti i mezzi necessari. Le sue parole sull’irreversibilità dell’Euro contribuirono a proteggere l’Eurozona dalla speculazione. Draghi ha salvato l’Euro e lo ha fatto senza mai uscire da quelli che erano i limiti del mandato della BCE.

Draghi quantitative easing

Il nome di Mario Draghi alla BCE sarà per sempre legato al quantitative easing europeo (QE). Grazie al quantitative easing, ossia al piano di acquisti di titoli pubblici, Draghi è riuscito nell’ambizioso obiettivo di stimolare l’inflazione e tenere a bada lo spettro giapponese di una deflazione strutturale che per Tokyo può andare pure bene ma per l’Europa sarebbe stato un dramma.

Accanto al quantitative easung Draghi svolse anche una costante azione di stimolo verso i leader politici europei non perdendo mai l’occasione per invitare i politici ad attuare le riforme necessario per approfittare del quantitative easing in atto. Non tutte le classi dirigenti hanno accolto l’invito di Draghi ad impegnarsi per mettere in sicurezza conti e futuro e infatti alcuni paesi ancora ne pagano le conseguenze.

Mario Draghi opinioni finali

In un momento in cui siamo arrivati alla fine del mandato di Draghi alla BCE, è lecito esprimere apprezzamento per l’opera del governatore uscente all’EuroTower. Ovviamente il nostro giudizio è complessivo e quindi non toglie che, come in tutte le cose, anche l’azione di Draghi sia stata caratterizzata da pecche e lacune in alcuni ambiti.

Alcuni risultati raggiunti di Draghi sono però indiscutibili: senza Draghi alla BCE il default dell’Italia sarebbe stato molto probabile e l’Euro sarebbe crollato. L’attacco speculativo violentissimo contro i BTP avrebbe costretto l’Italia a tornare alla Lira, con conseguenze inimmaginabili per società e famiglie. Se è vero che senza Draghi l’Euro sarebbe finito allora è altrettanto vero che senza moneta unica l’Eurozona avrebbe dovuto fare i conti con una corsa dell’inflazione. Mai diventicare, infatti, che negli anni più caldi della crisi finanziaria si parlava di scenario argentino per l’Italia e per l’Europa. Ovviamente senza Draghi anche le borse europee e tutto l’azionariato sarebbe crollato. 

La nostra opinione è che Draghi sia destinato ad entrare nella storia dell’Eurozona ed abbia influenzato tantissimo il destino degli europee. Senza Draghi l’Eurozona stessa non ci sarebbe più da un pezzo. Ragionare a posteriori su errori e sbagli è lecito ma si dovrebbe sempre considerare quello che era il contesto di quegli anni. Gli investitori lo sanno. 

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