Se si è alla ricerca di informazioni chiare su cosa sono e come funzionano i Minibot di Borghi, si possono trovare utili ed esaustive risposte nelle parole del governatore della BCE Mario Draghi che, in un intervento di ieri, ha fatto piazza pulita di luoghi comuni e giri di parole spiegando, nel concreto, cosa sono i minibot di Borghi (dal cognome del parlamentare della Lega che ha lanciato questa proposta).
Mario Draghi è stato durissimo nei confronti dell’idea dei minibot che è tornata a circolare negli ambienti governativi. Dopo un silenzio durato alcuni mesi, tra le fila del governo si parla nuovamente della possibile introduzione dei minibot con l’obiettivo di dare sostegno alle finanze statali. Questa volta però ad intervenire su quello che è uno dei temi forti della Lega, è stato direttamente il governatore della BCE che è andato subito al dunque.
Secondo Draghi le possibilità sono due: o i minibot rappresentano una moneta oppure sono uno strumento di debito (assieme a tutti gli altri titoli di stato ed emissioni del Tesoro). Per il numero uno della BCE non c’è quindi una terza strada. A seconda di quella che è la natura dei minibot ci sono poi implicazioni diverse. Se i minibot si configurano come una moneta, allora essi sarebbero una valuta parallela completamente illegale sotto tutti i punti di vista. Se, viceversa, i minibot fossero un nuovo strumento di debito, allora essi andrerebbero ad incrementare il debito pubblico italiano. Cosa sia peggio lo si lascia alle deduzioni dei lettori. Quello che conta è che finalmente è arrivata una posizione ufficiale da parte del più autorevole rappresentante della Banca Centrale Europea su cosa sono i minibot.
E’ ovvio che, alla luce di quella che comunque è una bocciatura totale, sapere come funzionano i minibot di Borghi diventa secondario in quanto si sta parlando di uno strumento che, nella meno peggiore delle ipotesi, andrà a determinare altro debito. Proprio poi facendo riferimento al debito pubblico italiano, il vero ostacolo alla crescita del Paese, il governatore della BCE, intervenuto a margine del board che si è tenuto ieri a Francoforte, ha ribadito un concetto fondamentale: nessuno richiederà all’Italia sforzi per una riduzione rapida e immediata dell’altissimo livello di indebitamento pubblico. Quello che si richiederà a Roma sarà solo un piano credibile e di lungo termine. Detta in altre parole, l’Italia devo dimostrare di volersi davvero impegnare nella riduzione del debito pubblico e del debito PIL.
Che la posizione dei Draghi nei confronti dell’idea minibot di Borghi sia molto scettica lo si può dedurre anche dal passaggio de La Repubblica. Secondo il quotidiano italiano, Draghi non ha solo puntato a “spazzare via montagne di idiozie rimbalzate nel dibattito pubblico italiano” ma allo stesso tempo ha anche voluto ricordare i rischi che implica lanciare messaggio come quello di Borghi agli investitori. Per un investitore sapere che l’Italia pensa di uscire dalla crisi emettendo o meneta illegale o altro debito non è il massimo.
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