La disoccupazione in Italia resta su livelli molto alti e ad essere messi peggio del Bel Paese sono solo la Grecia e la Spagna. E’ questo quanto certificato dall’Eurostat nell’ultimo rapporto sul mercato del lavoro nell’Eurozona nel mese di aprile 2019.
Nel mese oggetto di monitoraggio il tasso di disoccupazione dell’Italia è stato pari al 10,2 per cento. Un tasso di disoccupazione maggiore è stato riscontrato solo in Grecia e in Spagna. In particolare la disoccupazione in Grecia a febbraio si è confermata più vicina al 20 per cento che al 10 per cento (18,5 per cento il dato preciso) mentre il tasso di disoccupazione in Spagna è stato pari al 13,8 per cento. Grecia, Spagna e Italia, quindi, sono i paesi dell’area Euro con più alta disoccupazione e questo “primato” non è una novità visto e considerato che da anni i tre paesi si fanno compagnia sul fondo delle classifiche Eurostat sul mercato del lavoro.
Per quello che riguarda la disoccupazione giovanile in Italia, l’Eurostat ha rilevato un incremento dello 0,8 per cento rispetto al mese di marzo con la percentuale di senza lavoro nella fascia 15-24 anni salita al 31,4 per cento. Anche per quello che riguarda la disoccupazione giovanile, a fare peggio dell’Italia sono state solo la Grecia e la Spagna. Il tasso di disoccupazione giovanile in Grecia nel mese di febbraio è stato pari al 38,8 per cento mentre in Spagna la disoccupazione tra i giovani 15-24 anni si è assestata al 32,7 per cent. Anche per quello che rigurda la disoccupazione giovanile nell’area Euro i paesi peggio messi continuano ad essere Grecia, Spagna e Italia.
Secondo l’Istat, dopo l’incremento degli occupati che è stato registrato a marzo, nel mese di aprile la stima degli occupati si è grossomodo confermata stabule a quota 23.288.000 unità e conseguentemente il tasso di occupazione è rimasto invariato al 58,8 per cento. L’Ista ha certificato una sostanziale stabilità dell’occupazione frutto di un calo degli occupati tra i più giovani ossia nella fascia 15-34enni (-52 mila occupati) e di un auemento nelle altre classi di età. In particolare il tasso di occupazione è registrato una progressione prevalentemente tra gli ultracinquantenni con 46 mila posti. Per quello che rigaurda la tipologia di lavoro c’è stato un aumento sia dei dipedenti a tempo indeterminato (+11mila) che dei contratti a termine (+11mila) mentre i lavoratori autonomi nel mese monitorato hanno segnato una flessione di 24mila unità.
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