Ci sarà o no l’aumento dell’Iva il prossimo anno? Dopo l’approvazione del DEF 2019 da parte del governo, le preoccupazioni degli italiani si sono spostate a quello che potrebbe avvenire nel corso del 2020. Segno concreto della posticipazione delle preoccupazioni è rappresentato dal cambio dei trend di ricerca su Google. Oggi gli italiani non cercano più info su aumento Iva 2019 ma su Aumento Iva 2020. Putroppo le preoccupazioni di molti connazionali sul fatto che il prossimo anno l’Iva possa aumentare non sono infondate. E’ stato lo stesso ministro dell’Economia Tria nel corso di una audizione sul DEF 2019 dinanzi alla Commissione Bilancio di Camera e Senato, a ribadire che ci potrebbe essere un aumento dell’Iva nel 2020. Le brutte notizie non si fermano però qui perchè accanto all’Iva potrebbe esserci anche un aumento della accise sulla benzina e sui carburanti sempre nel 2020. Quelle espresse da Tria non sono previsioni negative ma semplicemente i contenuti dello scenari tendenziale presenti nel DEF. In altre parole è lo stesso Documento di Economia e Finanza del governo ad incorporare un aumento dell’Iva e della accise nel periodo 2020-2021 nel caso in cui le clausole di salvaguardia non vengano disissescate per tempo. 

Prima di analizzare lo scenario decritto da Tria dal punto di vista economico è bene spendere alcune parole adottando il punto di vista del cittadino comune. All’italiano medio interessa infatti sapere, assodata la possibilità concreta che l’Iva aumenti, di quanto possa essere questo incremento. Stando alle indicazioni che il ministro ha fornito oggi, l’aliquota Iva normale passerebbe dall’attuale 22 per cento al 25,5 per cento mentre l’aliquita Iva agevolata salirebbe dal 10 per cento attuale al 13 per cento. Da questi numeri si comprende come l’aumento dell’Iva 2020 sia destinato ad essere una vera e propria mannaia. 

Dal punto di vista economico, comunque, l’aumento dell’Iva 2020 verrebbe scongiurato se il governo dovesse riuscire a trovare 22 miliardi di euro. A tanto ammonta la somma necessaria per non far scattare le clausole di salvaguardia, sempre che lo spread BTP BUND non registri nuovi rialzi. 

Secondo Tria, inoltre, nelle previsioni sul PIL Italia 2019, il governo non ha peccato di ottimismo. La necessità di rivedere in modo drastico le stime sul Prodotto Interno Lordo è stata frutto di un peggioramento del contesto macro globale. Tria ritiene inoltre che i provvedimenti adotatti dal governo, come la flax tax, per i professionisti, il reddito di cittadinanza e quota 100, possano sostere la ripresa dell’Italia. Secondo il ministro gli effetti di questi provvedimento contribuiranno a sostenere i consumi delle famiglie e il Pil già nel corso del 2019 nonostante le leggi su quota 100 e reddito di cittadinanza siano state adotatte nel corso dell’anno e non alla fine del 2018. 

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