Il nuovo Documento di Economia e Finanza approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri dopo una seduta durata appena mezzora rappresenta una sorta di presa d’atto del momento diffiicile che l’italiana italiana sta attraversando. Nel DEF 2019 non compaiono espressioni come crisi economica Italia 2019 o recessione Italia ma è la stessa revisione dei target fissati in precedenza a suggerire l’idea che il governo sia sia arreso dinanzi all’evidenza dei fatti. In questo post verranno analizzati i nuovi target decisi ieri sera dal Consiglio dei Ministri su PIL Italia 2019, rapporto deficit/PIL e andamento del debito pubblico italiano. L’esame, quindi, riguaderà il lato economico e non quello normativo anche perchè, le linee di intervento teorizzate dal governo nel DEF 2019, e destinate quindi ad essere poi tradotte in legge il prossimo autunno, non hanno alcuna copertura economica nè tantomeno l’esecutivo ha indicato dove saranno trovate le risorse per attuare, ad esempio, la tanto discussa Flax Tax. Essendo questo un sito di finanza, ci sembra il caso limitare la nostra analisi solo al quadro economico. La domanda alla quale risponderemo nelle prossime righe sarà la seguente: quali sono le previsioni sull’economia dell’Italia per il 2019 e per i prossimi anni?

Contrariamente a quanto affermavano alcuni esponenti dell’esecutivo nei mesi scorsi, il 2019 non sarà un anno bellissimo, anzi. A dirlo non è chi scrive ma le stesse previsioni PIL Italia fornite nel DEF 2019 dal governo. Dopo aver sbeffeggiato in più di una occasione analisti e enti terzi internazionali, il governo Lega 5 Stelle ha amesso che nel 2019 l’economica italiana registrerà una crescita tendenziale dello 0,1 per cento (precedenti stime parlavano di crescita dell’1 per cento!) e una crescita programmatica dello 0,2 per cento. Il taglio delle previsioni di crescita viene giustificato dal governo alla luce del peggioramento del quadro internazionale che lo stesso esecutivo sta provando a fronteggiare attraverso i recentemente approvati Decreto Crescita e Decreto Sblocca Cantieri. L’impatto dell’applicazione di questi ultimi dovrebbe essere pari a circa…lo 0,1 per cento del PIL come evidenziato in DEF dallo stesso governo.

Per quello che riguarda il rapporto deficit PIL si è tornati alle inziali previsioni che vedevano questo parametro al 2,4 per cento. Il governo ha rinviato il calo del rapporto agli anni seguenti. In particolare, stando alle stime contenute in DEF 2019, il rapporto deficit PIL dovrebbe scendere a partire dal 2020 per poi arrivare all’1,5 per cento nel 2022. In relazione al deficit strutturale, invece, i target sono i seguenti: 1,6 per cento per il 2019 e 0,8 per cento per la fine del triennio.

Infine il debito pubblico italiano. Nel corso del 2019 il debito rapportato al PIL registrerà un aumento al 132,6 per cento, per poi scendere negli anni seguenti. In particolare il debito scenderà al 131,3 per cento nel 2020 e al 130,2 per cento nel 2021. Stando alle previsioni del governo, il debito rapportato al PIL dovrebbe addirittura scendere sotto al 130 per cento nel 2022. 

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