Tante conferme sono arrivate questa mattina dal dato sulle vendite al dettaglio dell’Italia nel mese di febbraio 2019 che è stato diffuso dall’Istat. L’indicazione principale del market mover è la seguente: a febbraio le vendite al dettaglio dell’Italia hanno registrato un aumento congiunturale dello 0,1 per cento in valore e una diminuzione congiuturale dello 0,1 per cento in volume. In pratica, ai fini di una valutazione complessiva, si può affermare che il valore ha compensato il calo in volume. Su base annua, invece, le vendite al dettaglio hanno mostrato una crescita dello 0,9 per cento in valore e un aumento dello 0,3 per cento in volume. Ma cosa si nasconde dietro queste variazioni riassuntive e onni-comprensive? Per dare una risposta a questa domanda è necessario andare a scorporare il dato e quindi verificare quale sia stata la variazione su base mensile e su base annua delle singole sottovoci. E’ sempre l’Istat a fornire questo genere di indicazioni. 

Scorporando il dato complessivo si evince che nel mese di febbraio 2019 si è verificata una flessione delle vendite dei beni alimentari, in ribasso dello 0,6 per cento in valore e dell’1 per cento in volume, compensata da una crescita delle vendite al dettaglio di prodotti non alimentari (aumentate dello 0,5 per cento in valore e di un altrettanto 0,5 per cento in volume). 

Ragionando in termini trimestrali, nel periodo compreso tra dicembre 2018 e febbraio 2019 le vendite al dettaglio dell’Italia hanno registrato un aumento molto contenuto rispetto ai tre mesi precedenti. L’indicatore è infatti salito dello 0,1 per cento in valore e dello 0,2 per cento in volume. Su base trimestrale, le vendite di beni alimentari hanno registrati un aumento dello 0,1 per cento in valore e un calo dello 0,1 per cento in volume mentre le vendite al dettaglio non alimentari sono aumentate sia in valore (0,1 per cento) che in volume (+0,3 per cento).

Nel confronto con il mese di febbraio 2019, le vendite al dettaglio dell’Italia hanno segnato un aumento dello 0,9 per cento in valore e dello 0,3 per cento in volume. Su base annua le vendite al dettaglio dei beni alimentari hanno segnato un aumento dello 0,1 per cento in valore mentre in volume sono crollate dell’1,7 per cento. Sempre su base annua le vendite al dettaglio di beni non alimentari hanno segnato un aumento in valore (+1,6 per cento) e in volume (+2,1 per cento). 

Relativamente alle sole vendite di beni non alimentari, a registrare le performance migliori sono state le vendite di Prodotti per profumeria e la cura della persona  che sono cresciute del 3,8 per cento. In rialzo anche le vendite di Calzature e articoli in cuoio e da viaggio che hanno segnato un aumento del 3,4 per cento. Vistoso segno negativo, invece, per le vendite di Cartoleria, libri, giornali e riviste che hanno perso l’1 per cento. 

Per quello che riguarda i canali distributivi, su base tendenziale il valore delle vendite al dettaglio ha registrato un calo dello 0,1 per cento per quello che riguarda la GDO (grande distribuzione organizzata). Da evidenziare il rally del commercio elettronico che, su base tendenziale, ha messo a segno un balzo del 17,5 per cento. 

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