Ci sono alcune parole terribili che negli ultimi giorni circolano con insistenza negli ambienti finanziari italiani e non solo: la prima parola è “allert” mentre le altre sono “taglio delle stime sul PIL Italia 2019 da parte del governo”. In poche parole in molti temono che nei prossimi mesi il governo Lega 5 Stelle si ritrovi costretto a tagliare in modo drastico le stime sulla crescita economica dell’Italia nel 2019 dall’attuale 1 per cento ad un risicatissimo 0,1 per cento. La sforbiciata potrebbe essere talmente forte da configurarsi non come una revisione al ribasso del PIL atteso ma come un vero e proprio downgrade sulle previsioni del Prodotto Interno Lordo italiano. E’ ovvio che se una simile prospettiva dovessere realizzarsi, non ci sarebbe alcuna difficoltà a parlare di crisi economica dell’Italia. Logicamente un PIL Italia 2019 allo 0,1 per cento significherebbe fallimento completo dell’azione di governo e figuraccia per l’Italia tutta dinanzi all’Europa. Non bisogna, infatti dimenticare, che nelle fasi più calde del contrasto tra Italia ed Europa sui contenuti del DEF 2019, il governo Lega 5 Stelle aveva provato a far passare a Bruxelles previsioni di crescita del PIL Italia 2019 addirittura dell’1,5 per cento prima di essere riportato con i piedi per terra dall’UE.
Ad oggi, comunque, un simile scenario è solo ipotetico anche se i rumors su una situazione di questo tipo sono sempre più numerosi. Secondo la Reuters, ad esempio, il ministro dell’economia Giovanni Tria potrebbe tagliare le stime di crescita del PIL italiano per il 2019 ad appena lo 0,1 per cento nettamente sotto al PIL programmatico fissato in precedenza a +1 per cento. Anche secondo Il Sole 24 Ore, la crescita del PIL italiano 2019, secondo gli ultimi dati elaborati dal MEF, si fermerebbe allo 0,1 per cento “contro l’1% programmato a dicembre“.
Le implicazioni di un taglio delle previsioni sul PIL Italia 2019 sarebbe ovviamente anche di ordini economico e non solo morale. Con un Prodotto Interno Lordo rivisto allo 0,1 per cento, anche il rapporto deficit-PIL dell’Italia dovrebbe essere rivisto al rialzo dal 2,04 per cento al 2,4 per cento. Attenzione perchè questo livello altro non sarebbe che quello indicato dal governo italiano nel corso della trattativa con l’UE e poi ritirato dal governo stesso per evitare sanzioni da parte della Commissione UE.
Ricapitolando quindi: un downgrade delle previsioni sul PIL Italia 2019 allo 0,1 per cento dall’1 per cento attuale, avrebbe come effetto un aumento del rapporto deficit/PIL dell’Italia a quel 2,4 per cento che il governo aveva proposto all’Europa.
Secondo Il Sole 24 Ore, il governo spera di evitare una simile situazione. Tra l’altro il prossimo aggiornamento dei conti trimestrali della Pubblica amministrazione e la pubblicazione del dato sulla produzione industriale di febbraio, potrebbero dare ossiggeno anche se i “ritocchi difficilmente potranno essere superiori al decimale, verso una crescita allo 0,2% e un deficit al 2,3%“. Insomma l’alternativa sarebbe tra una figuraccia e una non bella figura.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.
Migliori Piattaforme di Trading
Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.