La solidità delle prospettive dell’economia italiana si deduce anche da quello che è l’ammontare delle sofferenze delle banche. Il 2017, sotto questo punto di vista, è stato un anno di svolta perchè per la prima volta il numero delle sofferenze chiuse è stato maggiore rispetto a quello delle sofferenze aperte. A rendere noto questo dato è stata la Banca d’Italia in un rapporto dedicato appunto alle sofferenze bancarie. Il fatto che il numero delle sofferenze chiuse sia stato maggiore rispetto a quelle aperte è sintomatico di due tendenze ben precise che hanno caratterizzato il 2017. Da un lato, infatti, è stato l’aumento delle decisioni dei crediti in sofferenza detenuti dalle banche e dall’altro una maggiore attenzione nella concessione del credito a soggetti deboli o con potenziali problematiche.
Secondo la nuova Nota di stabilità finanziaria e vigilanza della Banca d’Italia nel 2017 l’ammontare delle sofferenze chiuse ha raggiunto il massimo dal 2006 salendo a quota 43 miliardi. Questo valore è stato appunto superiore a quello dei nuovi ingressi in sofferenza.
Banca d’Italia ha comunicato che sono aumentati sia i tassi di recupero delle posizioni in sofferenza cedute, saliti dal 23 per cento precedente al 26 per cento che quelli delle sofferenze chiuse attraverso procedure ordinarie (passati dal 43 al 44 per cento). Secondo via Nazionale, il forte incremento della quota di cessioni sul mercato (il cui valore è passato al 76 per cento del totale, contro il 45 per cento nel 2016, ha generato un tasso di recupero medio pari al 30 per cento che si raffronta con il 34 per cento del 2016.
Il rapporto di Banca d’Italia ha rilevato che nel caso in cui l’incidenza delle posizioni cedute sul mercato fosse rimasta uguale a quella del 2016, allora ci sarebbe stato un aumento del tasso medio del 36 per cento. Per quello che riguarda gli altri dati presenti nella Nota, il tasso medio di recupero sulle sofferenze assistite da garanzie reali è stato pari al 39 per cento. Scorporando il dato, si è verificata una diminuzione sulle posizioni oggetto di cessione che sono scese dal 37 al 33 per cento mentre è aumentato quello relativo alle procedure ordinarie.
Molte importanti banche, da Unicredit a Banco BPM fino a UBI Banca e BPER Banca, sono ad oggi impegnate nella cessione delle sofferenze.
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