Al via una nuova, caldissima, settimana per gli investitori finanziari. Gli appuntamenti italiani terranno sicuramente banco, ma è ben non sottovalutare nemmeno gli altri aggiornamenti macro che seguiranno, e altri discorsi di policy monetaria e in chiave Brexit che potrebbero rendere più aleatorio il futuro a breve termine dei mercati.
Focalizzandoci sui soli eventi di maggiore significatività, oggi, lunedì 22 ottobre 2018, l’attenzione sarà presumibilmente incentrata su alcuni dati statistici comunque non di straordinario impatto, come l’indice delle attività industriali in Giappone e il rapporto tra debito pubblico e PIL nell’eurozona (dai quali, in ogni caso, non ci si attendono grandi variazioni).
Anche dalla giornata di martedì 23 ottobre 2018 non ci saranno grandissime indicazioni operative. Qui il dato più importante è quello della fiducia dei consumatori dell’eurozona, che dovrebbe mantenersi negativo intorno a -3 punti, mentre negli Usa è in pubblicazione l’indice Richmond Fed Manufactoring, forse in attenuazione da 29 a 25 punti. Tra i dati nazionali, i più importanti sono quelli tedeschi, con i prezzi alla produzione cresciuti dello 0,3% m/m e del 3,1% a/a nell’ultima rilevazione.
Sicuramente più intensa di dati è la giornata di mercoledì 24 ottobre 2018, soprattutto sul fronte europeo. Tra i dati più importanti ci sono gli indici PMI composito, manifatturiero e servizi, che non dovrebbero comunque mostrare grandi cambiamenti rispetto alle ultime rilevazioni, rispettivamente pari a 54,1, 53,2 e 54,7 punti. Negli USA, focus sui dati di vendite di case nuove, probabilmente stabili intorno a 640 mila unità.
Passiamo poi alla giornata di giovedì 25 ottobre 2018, con i dati tedeschi IFO sulla condizione corrente, le aspettative e il clima business. In area UE, decisione sul tasso refi, ancora a 0%, mentre negli USA il dato più importante della giornata sarà quello sugli ordini di beni durevoli, che dovrebbe mantenersi sopra il +4%.
Concludiamo infine con venerdì 26 ottobre 2018, con i dati più importanti che proverranno dagli Stati Uniti, dove è in pubblicazione il Pil trimestrale annualizzato, che dovrebbe subire una decelerazione dal precedente + 4,2%, all’attuale + 3,2%.
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