Il tasso di interesse dei mutui non dipenderebbe dallo spread secondo il sottosegretario all’economia Laura Castelli. La deputata del Movimento 5 Stelle è stata molto chiara nel rispondere alle critiche mosse al governo giallo-verde da parte del giornalista USA Alan Friedman.
“I mutui dei cittadini non dipendono dallo spread che sale o scende” ha affermato la Castelli, ma non tutti la pensano allo stesso modo in realtà. Il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e il Segretario del Partito Democratico Maurizio Martina avevano detto con altrettanta chiarezza che con l’impennata dello spread ci sarebbe stato un pericolo di aumento della rata del mutuo.
Vediamo di preciso cosa succede quando sale lo spread. Sappiamo che lo spread è il differenziale tra il rendimento dei Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) a 10 anni e i Bund tedeschi. Più cresce la fiducia nella crescita economica del Paese, più calano gli interessi corrisposti per i Btp, più si assottiglia il differenziale (ricordiamo che i Bund rendono praticamente zero).
Al momento lo spread si aggira intorno ai 300 punti, mentre solo un anno fa era di circa 170 punti, e questo naturalmente non è un buon segnale. Indica un netto calo di fiducia da parte degli investitori internazionali nei confronti della nostra economia. Ma incide o non incide sul costo del mutuo?
Crescita dello spread e interessi sul mutuo sono correlati?
Un mutuo è un contratto stipulato tra una banca e un cittadino che ad esempio intende acquistare casa. In pratica il cittadino che non ha il denaro sufficiente per completare l’acquisto lo chiede alla banca, che in cambio di alcune garanzie decide di prestarglielo. Naturalmente la restituzione del denaro prevede degli interessi che vengono caricati sulla rata del mutuo appunto.
Ci sono fondamentalmente 2 tipi di mutuo: a tasso fisso oppure a tasso variabile. Nel primo caso, come è facile intuire, la rata resta uguale fino alla fine, non scende e non sale indipendentemente da quel che accade nel mercato. Nel secondo caso invece può variare appunto, ma quello che vogliamo capire è se lo spread incide su questa variazione del tasso oppure no.
Il tasso variabile dipende da un particolare indice che si chiama Euribor, acronimo che sta per Euro Inter Bank Offered Rate, vale a dire tasso interbancario di offerta in euro. L’Euribor rappresenta quindi la media dei tassi di interesse applicati dalle varie banche per i depositi interbancari.
I tassi di interesse calcolati sulla base dell’andamento dell’Euribor sono saliti oppure no con la crescita dello spread? In realtà la risposta è no. I tassi Euribor a 3 mesi (Euribor 3M) avevano n valore di -0,329 un anno fa, mentre al momento il valore è di 0,318, quindi sono rimasti sostanzialmente invariati a fronte di variazioni significative a livello di spread.
Sembrerebbe quindi che non ci sia una correlazione tra l’aumento dello spread e il tasso d’interesse dei mutui, ma non è esattamente così. In realtà possiamo sicuramente dire che lo spread non influenza l’Euribor direttamente, ma non sarebbe esatto dire che le due cose sono completamente scollegate.
Come lo spread influenza l’indice Euribor
Ci sono due modi in cui l’Euribor può essere influenzato dall’andamento dello spread.
Il primo riguarda la BCE che stabilisce i tassi di interesse sui depositi bancari degli istituti di credito privati presso la stessa BCE. Quando le banche depositano parte della loro liquidità nella BCE, questa garantisce loro degli interessi, che al momento sono negativi.
Il secondo fattore riguarda invece la fiducia dei mercati e delle banche. Uno spread alto corrisponde naturalmente ad un livello di fiducia basso, ed in questo clima può accadere che le banche, per finanziarsi debbano ricorrere all’aumento dei tassi di interesse delle loro obbligazioni, e in alcuni casi anche sui tassi di interesse con cui prestano i soldi ai propri clienti, in altre parole, sui tassi dei mutui.
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