Il Conference Board ha rilevato un dato decisamente positivo per quel che riguarda la tendenza ai consumi negli USA, prima economia mondiale. La fiducia dei consumatori sarebbe vicina ai massimi storici, un dato da record quello che è emerso in questi giorni, salito dai 134,7 punti rilevati nel mese di agosto, agli attuali 138,4 punti.
Complice la politica del presidente Donald Trump, i consumatori americani sono fiduciosi e non hanno timore a spendere. Un dato non molto lontano da quello record di 18 anni fa. Nell’ormai lontano anno 2000 infatti erano stati raggiunti i 144,7 punti, appena 6 punti in più rispetto a quanto ottenuto fin ora nel corso della gestione Trump.
Questi livelli di fiducia dovrebbero continuare a spingere la spesa almeno fino alle festività natalizie, una considerazione del Director of Economic Indicators Lynn Franco al Conference Board. Il principio è molto semplice: se i consumatori hanno fiducia nell’economia sono inclini a spendere, viceversa rimanderebbero le spese rimandabili a momenti migliori, rallentando così l’economia.
Non è possibile tuttavia avere una previsione, tramite gli indicatori di fiducia, di quando il clima positivo sopra descritto si avvierà a terminare, ma è noto che livelli estremi di ottimismo sono generalmente associati ad imminenti recessioni.
Il prezzo del petrolio è intanto salito a circa 82 dollari al barile e potrebbe influenzare la dinamica inflazionistica interna, e di conseguenza le scelte di politica monetaria della Federal Reserve. Il potere di acquisto dei cittadini USA ne risentirebbe, i tassi di interesse degli istituti centrali aumenterebbero in risposta determinando una fine prematura del ciclo economico e conseguentemente una rotazione settoriale in uscita da asset azionari ed obbligazionari.
State Street Investor Confidence Index: ecco qual è il livello di fiducia degli investitori
Ed è proprio questa la principale preoccupazione degli investitori istituzionali, i quali al momento non assumono alti livelli di rischio nei loro portafogli. A monitorare questa tendenza è lo State Street Investor Confidence Index (ICI) elaborato da State Street. Di fatto misura la fiducia degli investitori istituzionali osservando i cambiamenti nelle partecipazioni azionarie, il che ci permette di ottenere un dato sulla misura delle partecipazioni effettive e non semplicemente sulle attitudini. Maggiore la pare del portafoglio interessata da investimenti in titoli azionari, maggiore naturalmente il livello di fiducia.
Parlando di numeri, su scala globale l’indicatore di fiducia State Street è sceso di 5,7 punti nel mese di settembre. Ad agosto era a quota 94, ora si attesta sugli 88,3. Nel nord America il dato di agosto segnava 92 punti, mentre ora indica 84,5. In Asia è stato registrato un calo di 2,5 punti, mentre l’Europa è in controtendenza con una crescita di 1 punto.
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