E’ con i tagli alle spese della politica che sarà possibile recuperare una parte delle risorse necessarie a finanziare il progetto del reddito di cittadinanza in Italia. Questo il parere degli europarlamentari del M5S, i quali hanno già fatto sapere quali saranno le principali voci interessate dalla spending review.
Infatti un pacchetto di emendamenti alla proposta di bilancio 2019 è già stato depositato in commissione Budget ed andrà al voto la settimana prossima.
Tagli per 830 milioni di euro, ecco le principali sforbiciate
Un lavoro minuzioso quello degli europarlamentari penta stellati, che in coordinazione con Roma hanno analizzato ciascuna delle dieci sezioni di cui si compone il bilancio, e individuato le voci di spesa da tagliare. 333 milioni di euro si dovrebbero recuperare riducendo le varie “allowances”, una voce di spesa che comprende spese di viaggio dei deputati, indennità transitorie, gli stessi stipendi. Andrebbero poi ricalcolate le pensioni pre e post Statuto, annullati i fondi per fondazioni e partiti, ma soprattutto si dovrebbe passare dalle tre attuali sedi (Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo) ad un’unica sede, che permetterebbe di risparmiare tra i 156 e i 204 milioni di euro. Ogni anno, il costo delle tre sedi rappresenterebbe circa il 10% del bilancio del parlamento.
Negli emendamenti presentati si toccano però molte altre voci di spesa. Sono previsti tagli alle indennità transitorie, agli stipendi dei commissari nonché a quello del Presidente del Consiglio europeo. Andrebbero anche rivisti gli affitti delle varie sedi, ridotte le spese per parco auto e missioni, e incoraggiato l’uso dei viaggi in classe economica.
Verso il reddito di cittadinanza: oltre 600 milioni per il FSE
Degli 830 milioni di euro che si dovrebbero recuperare dalla spending review proposta dagli europarlamentari M5S, circa 630 milioni dovrebbero confluire nei programmi volti a fornire apporto indispensabile per rendere possibile l’istituzione del reddito di cittadinanza. 606,9 milioni di euro serviranno per aumentare il Fondo Sociale Europeo, mentre altri 23 milioni saranno destinati all’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile. Dei circa 600 milioni per il FSE, 449,7 saranno destinati alle Regioni meno sviluppate, 26,3 milioni a quelle in transizione e 130,9 milioni per le Regioni più sviluppate.
Il vicepremier Luigi Di Maio aveva individuato nel FSE un nodo cruciale su cui puntare per rendere possibile la promessa del reddito di cittadinanza. In occasione del suo incontro con la commissaria Marianne Thyssen aveva poi ottenuto un parziale consenso, non per finanziare il reddito in sé, ma per potenziare i centri dell’impiego, condizione indispensabileper il raggiungimento dell’obiettivo.
“I nostri emendamenti – spiega Marco Valli, eurodeputato M5S – sono un piccolo passo avanti verso un’Europa meno distante dai cittadini e più equa.”
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