DIGESTO – I gilt rimangono in bilico dopo un’altra giornata di turbolenze negli asset britannici, mentre i partecipanti guardano al rapporto odierno sul mercato del lavoro negli Stati Uniti.
SITUAZIONE ATTUALE – Un’altra giornata di turbolenze negli asset britannici giovedì, poiché i partecipanti rimangono fortemente preoccupati per il precario contesto fiscale.
I gilt hanno subito un nuovo calo all’apertura di ieri, con i rendimenti dei titoli a 10 e 30 anni in aumento di 10 punti base ciascuno, raggiungendo nuovi massimi pluriennali. Tuttavia, il movimento si è attenuato con il progredire delle contrattazioni. Resta comunque evidente la preoccupazione per il fatto che tutto il margine fiscale del Cancelliere possa essere stato esaurito dalla svendita dei gilt e per la natura anemica della crescita economica del Regno Unito.
Ciò è ulteriormente dimostrato dalla caduta della sterlina al di sotto del livello di 1,23, nonostante l’aumento dei rendimenti dei gilt, un chiaro segno di disancoraggio fiscale e potenziale fuga di capitali dal Regno Unito.
A proposito del Cancelliere, Rachel Reeves si è resa irreperibile, in vista di un viaggio programmato da tempo in Cina, inviando il suo vice, Darren Jones, a rispondere a una domanda urgente sui disordini di mercato alla Camera dei Comuni.
Jones non ha aggiunto nuove informazioni significative e, in virtù di ciò, non ha dato ai partecipanti motivi per frenare la pressione di vendita. I mercati desiderano qualcosa di più di questo vago nonsense politico:
- Tagli alla spesa per riequilibrare il bilancio pubblico.
- Misure concrete per aumentare le entrate fiscali.
- Impegni credibili per contrastare l’instabilità finanziaria.
Questi interventi sono considerati essenziali per arrestare il sanguinamento dei gilt.
Detto ciò, tali misure, ovviamente, intaccherebbero ulteriormente la già debole crescita economica del Regno Unito, in un momento in cui l’inflazione rimane ostinata, lasciando l’economia in uno scenario di stagflazione, il peggiore dei mondi possibili.
Questo, a sua volta, manterrà la BoE su una linea dura, per tutte le ragioni sbagliate e nel momento meno opportuno. Probabilmente, a peggiorare ulteriormente il sentiment, contribuisce il precedente storico, secondo cui tipicamente i governi laburisti non sono riusciti a ridurre significativamente la spesa.
Tutto ciò rende molto difficile sostenere una posizione diversa dal mantenersi corti sugli asset britannici, che siano FX, tassi o azioni. Purtroppo, mentre la situazione appare già complicata, è probabile che peggiori prima di migliorare.
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Al di fuori del Regno Unito, ieri le cose sono state relativamente tranquille, con i partecipanti statunitensi in gran parte lontani dalle scrivanie, poiché il Paese ha osservato una Giornata Nazionale di Lutto per l’ex presidente Carter.
I Treasury, tuttavia, hanno guadagnato terreno, guidati dal segmento a lungo termine, in un movimento che ha mostrato chiari segnali di regolazione delle posizioni in vista del rapporto sui lavori di dicembre, in uscita a mezzogiorno.
Come notato ieri, però, la posizione predefinita dei partecipanti in vista del giorno dell’insediamento sembra essere rischio neutro, corti sui Treasury e lunghi sul dollaro, un orientamento generale che dovrebbe riprendere una volta concluso il rumore legato ai dati odierni sull’occupazione.
GUARDA AVANTI – A proposito, oggi è il “Jobs Day”.
Le buste paga non agricole dovrebbero essere aumentate di +165k il mese scorso, un rallentamento moderato rispetto al ritmo di +227k visto a novembre, sebbene un tasso che sarebbe in linea con la media trimestrale.
Nel frattempo, i guadagni medi dovrebbero aumentare dello 0,3% su base mensile, mantenendo il tasso annuale stabile al 4,0% su base annua, mentre **la disoccupazione dovrebbe rimanere invariata al 4,2%, appena al di sotto dei massimi ciclici visti l’estate scorsa.
Tuttavia, sembra improbabile che il rapporto sull’occupazione modifichi in modo significativo le prospettive di politica monetaria. Un “salto” della Fed questo mese è pressoché certo, con la curva USD OIS che sconta una probabilità del 95% che i tassi rimangano invariati.
Inoltre, l’attenzione dei responsabili delle politiche rimane ampiamente concentrata sul lato inflazionistico del doppio mandato e sull’impatto delle prime politiche implementate dalla prossima amministrazione Trump.
Altrove, sono attesi anche i dati sull’occupazione dal Canada, sebbene saranno in gran parte oscurati da quelli statunitensi, anche considerando che la BoC sembra intenzionata a consegnare un altro taglio di 25 punti base a fine mese. Inoltre, sono attesi i dati più recenti sul sentiment dei consumatori UMich, prima della conclusione della settimana.
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