Nel primo giorno di questa nuova settimana di trading, la coppia EUR/USD sta affrontando sfide nel tentativo di guadagnare slancio significativo. Attualmente, si trova in un range di negoziazione piuttosto stretto, oscillando intorno alla metà del livello 1.0600 nei primi scambi europei.
Questa situazione emerge mentre i prezzi spot rimangono ben al di sotto del livello più basso raggiunto lo scorso venerdì a marzo, rendendo la coppia vulnerabile a un’estensione della traiettoria discendente che si è manifestata nei mesi precedenti.
Il dominio del dollaro USA
Il predominio attuale del dollaro statunitense (USD) è notevole, con la valuta USA che si mantiene vicino al picco di sei mesi. Questo fatto è da attribuire alla prospettiva rialzista della Federal Reserve (Fed), la quale rappresenta un ostacolo chiave per la coppia EUR/USD.
La Fed ha ribadito la scorsa settimana che i tassi di interesse rimarranno elevati per un periodo prolungato, e ha suggerito che l’inflazione persistente negli Stati Uniti potrebbe generare un altro aumento dei tassi entro la fine dell’anno. Inoltre, i responsabili politici prevedono ora solo due tagli dei tassi nel 2024, rispetto ai quattro previsti in precedenza. Questa decisione continua a sostenere i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitense.
In effetti, il rendimento dei titoli a due anni, sensibile ai tassi di interesse, si mantiene stabile vicino ai suoi livelli più alti dal 2006, mentre il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è vicino ai massimi degli ultimi 16 anni. Questi indicatori, uniti alle preoccupazioni persistenti riguardo a una possibile crisi immobiliare in Cina, consolidano il dollaro statunitense come una valuta rifugio.
D’altro canto, la valuta europea è appesantita dalla recente decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di mantenere una politica monetaria accomodante. Questa decisione rappresenta un altro elemento che non favorisce la coppia EUR/USD nel suo tentativo di attrarre acquirenti o di registrare un recupero significativo dai minimi raggiunti in passato.
La BCE rivede al ribasso le previsioni sull’inflazione
La BCE ha rivisto al ribasso le previsioni sull’inflazione e sulla crescita del PIL per il 2024 e il 2025, suggerendo che il ciclo di stretta della politica monetaria, durato 14 mesi, potrebbe aver già raggiunto il suo apice.
Inoltre, l’indice PMI della zona euro pubblicato venerdì scorso ha indicato che il settore manifatturiero in difficoltà continua a pesare sulla crescita nel mese di settembre, alimentando speculazioni su una possibile contrazione del PIL nella seconda metà dell’anno.
Questi fattori consolidano le aspettative di mercato secondo cui ulteriori rialzi dei tassi potrebbero essere momentaneamente esclusi, sostenendo così le prospettive di un ulteriore deprezzamento della coppia EUR/USD.
Quale potrebbe essere il trend del cambio EUR/USD
Gli operatori del mercato ora stanno attenti all’indice tedesco Ifo sul clima aziendale, in cerca di indicatori per orientare le loro decisioni di trading. Inoltre, nel corso della sessione nordamericana, è previsto il discorso della presidente della BCE, Christine Lagarde, che potrebbe influenzare ulteriormente il mercato.
Al momento, non sono previsti dati economici rilevanti dagli Stati Uniti che possano influenzare il mercato, lasciando il dollaro statunitense suscettibile agli sviluppi dei rendimenti dei titoli del Tesoro. Va sottolineato che il sentimento di rischio più ampio potrebbe altresì influenzare la dinamica dei prezzi del dollaro statunitense, creando opportunità di trading a breve termine sulla coppia EUR/USD.
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