Il cross NZD/USD continua la sua serie di perdite iniziata martedì, scambiando al ribasso intorno a 0,5820 durante la sessione asiatica di venerdì. Questo calo è attribuibile al predominante sentimento di avversione al rischio, alimentato dai crescenti timori di un conflitto in corso in Medio Oriente, con particolare attenzione ai preparativi per una potenziale invasione terrestre di Gaza da parte di Israele.
Le dichiarazioni di Jerome Powell e impatto sul NZD/USD
Le tensioni geopolitiche in questa regione critica hanno gettato un’ombra sulla coppia NZD/USD, influenzando il suo andamento nei mercati finanziari.
Tuttavia, le recenti dichiarazioni del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno fornito un certo sostegno alla coppia. Powell ha indicato che la banca centrale non ha piani immediati per aumentare i tassi di interesse, offrendo un momento di respiro agli investitori.
Powell ha anche sottolineato che gli aggiustamenti futuri della politica dipenderanno dagli indicatori economici, in particolare dalla crescita economica e dalle condizioni del mercato del lavoro.
Il dollaro USA e gli effetti della crisi in Medio Oriente
L’attenzione del mercato è ora rivolta al discorso previsto del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden giovedì, il quale sottolinea la rilevanza globale della situazione in corso in Medio Oriente. Ciò ha suscitato preoccupazioni per potenziali impatti più ampi sui mercati delle valute e ha contribuito a creare una maggiore incertezza tra gli investitori.
Il Dollaro USA Index (DXY) si è ripreso dai minimi settimanali, attestandosi intorno a 106,40. Questa ripresa è stata guidata da rendimenti più elevati dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti e da dati economici solidi. Tra questi, si annovera una diminuzione delle richieste di sussidio di disoccupazione iniziali ai minimi da gennaio.
Tuttavia, non tutto è rose e fiori, in quanto ci sono alcune sfide che emergono dal mercato immobiliare, come evidenziato da una diminuzione del 2,0% mese su mese nelle vendite di case esistenti. Questi dati mettono in luce alcuni venti contrari nell’economia statunitense.
Tra gli indicatori da considerare il CPI della Nuova Zelanda e i dati dell’economia cinese
Nel frattempo, le recenti cifre sul saldo commerciale della Nuova Zelanda rivelano una stretta somiglianza con i dati del mese precedente. A settembre, il saldo commerciale ha registrato un deficit di 2,329 miliardi di dollari, leggermente superiore al deficit di agosto di 2,273 miliardi di dollari.
Inoltre, nel corso della settimana, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) principale per il terzo trimestre è aumentato all’1,8%, mancando le aspettative del 2,0%. Il tasso annuale è anche rallentato dal 6,0% al 5,6%, mancando le stime del consensus dell’5,9%. Questi dati hanno portato gli investitori a ridimensionare le loro aspettative per un aumento dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) a novembre, causando pressioni al ribasso sulla coppia NZD/USD.
Infine, in Cina, la People’s Bank of China (PBoC) ha deciso di mantenere invariati i tassi di prestito primari, mentre le vendite al dettaglio in Cina (anno su anno) sono aumentate del 5,5%, superando le aspettative e offrendo qualche supporto alla valuta neozelandese.
Come abbiamo visto, la coppia NZD/USD è attualmente influenzata da una serie di fattori, tra cui le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, le dichiarazioni di Jerome Powell e le condizioni economiche sia negli Stati Uniti che in Nuova Zelanda.
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