Nei mercati finanziari, l’USD Index rappresenta un indicatore cruciale per comprendere la forza e la direzione del dollaro statunitense nei confronti di un paniere di valute internazionali.
Negli ultimi tempi, l’USD Index ha attratto molta attenzione dai trader e dagli investitori a causa delle sue fluttuazioni significative. In questo articolo, esamineremo da vicino il recente calo dell’USD Index e le ragioni che ne hanno determinato la correzione al di sotto di 106,00.
L’USD Index, spesso abbreviato in DXY, è stato protagonista di una corsa rialzista nel 2023, raggiungendo picchi vicino a 106,80 il 27 settembre. Questo straordinario rally ha attirato l’attenzione degli operatori di mercato e degli analisti. Tuttavia, come spesso accade nei mercati finanziari, tali movimenti rapidi possono portare a una correzione, e questo è precisamente ciò che abbiamo osservato.
Il ribasso dell’USD Index è iniziato giovedì e si è protratto per la seconda sessione consecutiva fino a venerdì, quando è sceso al di sotto del livello di supporto chiave di 106,00. Ma cosa ha scatenato questa correzione?
Cosa ha determinato la correzione dell’USD Index
Diversi fattori hanno contribuito alla correzione dell’USD Index. Innanzitutto, l’indice era in uno stato di ipercomprato, come indicato dall’indice di forza relativa (RSI) giornaliero, che aveva superato la soglia del 70. Questo suggerisce che il mercato aveva raggiunto un livello di eccesso di acquisti e che una correzione era probabile.
Inoltre, le prese di profitto sono state un altro elemento chiave. Gli investitori che avevano sfruttato il rialzo del dollaro hanno deciso di incassare i loro guadagni, il che ha contribuito a spingere l’USD Index verso il basso.
Un altro elemento da considerare è stato il leggero recupero nell’appetito per il rischio. Quando i mercati finanziari diventano più ottimisti e i trader sono disposti a assumere più rischi, ciò può spingere gli investitori a vendere il dollaro statunitense, che è spesso considerato un bene rifugio in tempi di incertezza.
Eventi chiave negli Stati Uniti
La settimana che si apre presenta alcuni eventi di rilievo negli Stati Uniti che potrebbero influenzare ulteriormente l’andamento dell’USD Index. In particolare, l’attenzione sarà concentrata sull’inflazione misurata dal PCE (Personal Consumption Expenditures) e dal Core PCE, due indicatori cruciali seguiti da vicino dalla Federal Reserve per valutare la stabilità dei prezzi.
Oltre a questi dati sull’inflazione, gli investitori guarderanno anche ai dati sul reddito personale, alla spesa personale e all’avanzato saldo della bilancia commerciale dei beni. Inoltre, la lettura più recente del sentimento dei consumatori della Michigan sarà di grande interesse per valutare l’umore dei consumatori statunitensi.
Prospettive future per l’USD Index
Le prospettive future dell’USD Index rimangono incerte e dipenderanno da una serie di fattori. Da un lato, l’economia statunitense gode di buona salute e sembra essere sostenuta dalla prospettiva di una politica monetaria più restrittiva da parte della Federal Reserve. Tuttavia, persistono alcune questioni chiave.
Una di queste è il dibattito in corso sulla natura della crescita economica degli Stati Uniti, se sia di tipo “dolce” o “dura“. Inoltre, ci sono speculazioni iniziali su possibili tagli ai tassi di interesse all’inizio del 2024, che potrebbero avere un impatto sul valore del dollaro.
Infine, le tensioni geopolitiche con la Russia e la Cina rappresentano una fonte di incertezza aggiuntiva che potrebbe influenzare l’USD Index nei prossimi mesi.
Livelli chiave da monitorare
Attualmente, l’USD Index è quotato a 107,77 e sta affrontando un supporto iniziale a 104,42, che corrisponde al minimo settimanale del 11 settembre. In caso di ulteriori ribassi, i livelli successivi da tenere d’occhio sono 103,09, che rappresenta la media mobile a 200 giorni, e quindi 102,93, il minimo settimanale del 30 agosto.
D’altra parte, una rottura al rialzo potrebbe portare l’USD Index a testare il livello di resistenza a 106,83, che rappresenta il massimo del 2023 del 27 settembre. Altri livelli significativi da considerare sono 107,19, il massimo settimanale del 30 novembre 2022, e infine 107,99, il massimo settimanale del 21 novembre 2022.
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