L’euro è calato in modo significativo lunedì, trascinato dall’incertezza politica crescente in Francia che ha messo sotto pressione i mercati europei. Parallelamente, i titoli tech hanno sostenuto i mercati globali, mentre il dollaro ha guadagnato terreno in una settimana cruciale per le prospettive sui tassi d’interesse degli Stati Uniti.
Cosa sta succedendo in Francia
L’attenzione in Europa si concentra sulla Francia, dove il governo di Michel Barnier è a rischio di collasso. Barnier affronta una scadenza critica entro lunedì per apportare nuove concessioni al bilancio ed evitare un voto di sfiducia.
La situazione si è complicata ulteriormente con il partito di estrema destra Rassemblement National (RN), guidato da Jordan Bardella, che ha annunciato la possibilità di sostenere la mozione di sfiducia “salvo un miracolo dell’ultimo minuto”.
Questa instabilità ha indebolito l’euro, sceso fino allo 0,57% a $1,05155 dopo aver raggiunto i massimi settimanali venerdì. Anche i futures sull’indice azionario francese CAC 40 prevedono un’apertura in calo dell’1,4%.
Paul Mackel, responsabile globale della ricerca sui cambi presso HSBC, ha sottolineato che un eventuale collasso del governo francese potrebbe esercitare una pressione ulteriore sull’euro, in particolare rispetto al franco svizzero.
La Fed e il dollaro
Negli Stati Uniti, l’attenzione degli investitori è rivolta alla Federal Reserve, che potrebbe tagliare i tassi d’interesse nella prossima riunione del 18 dicembre. Il rapporto sull’occupazione di novembre, in uscita venerdì, sarà determinante per le decisioni della Fed. Secondo gli operatori di mercato, la probabilità di un taglio di 25 punti base è stimata intorno al 66%.
Nel frattempo, il dollaro ha continuato a rafforzarsi, con l’indice del dollaro in crescita dello 0,24% a 106,28. Questo andamento è stato ulteriormente sostenuto dalle dichiarazioni del Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha messo in guardia i Paesi BRICS contro qualsiasi tentativo di sostituire il dollaro come valuta di riserva globale.
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Mercati asiatici e criptovalute
In Asia, i mercati cinesi hanno registrato un aumento grazie ai dati positivi emersi da un sondaggio privato sul settore manifatturiero. L’indice Hang Seng di Hong Kong è cresciuto dello 0,16%, mentre l’indice cinese CSI 300 ha guadagnato lo 0,6%.
Le criptovalute hanno mostrato segnali di forza, con ether che ha raggiunto un massimo semestrale di $3.762,20, prima di assestarsi a $3.674,44 (+2%). Anche Bitcoin si mantiene vicino ai record di novembre, scambiato a $96.434.
Oro e Petrolio
L’oro ha registrato un calo dell’1%, scendendo a $2.627,71, penalizzato dal rafforzamento del dollaro. A novembre, il metallo prezioso ha subito il peggior calo mensile dal settembre 2023.
Sul fronte energetico, i prezzi del petrolio sono aumentati grazie ai dati positivi dalla Cina e alla ripresa degli attacchi israeliani in Libano, nonostante una tregua dichiarata. I future sul Brent sono saliti dello 0,8% a $72,41 al barile, mentre il greggio statunitense ha guadagnato lo 0,87% a $68,59.
Prospettive globali
Kyle Rodda, analista senior dei mercati finanziari di Capital.com, ha evidenziato i due principali fattori che alimenteranno la volatilità dei mercati questo mese: l’impatto delle politiche di Donald Trump, inclusi potenziali conflitti commerciali, e le decisioni della Federal Reserve. “Se la Fed taglierà i tassi e offrirà indicazioni accomodanti, potremmo assistere a un ‘Rally di Babbo Natale’ nei mercati azionari”, ha dichiarato Rodda.
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Questa combinazione di incertezze politiche ed economiche promette di mantenere alta l’attenzione degli investitori nelle prossime settimane. Per ora, tutti gli occhi restano puntati sulla Francia e sulla Federal Reserve.
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