Il dollaro (USD) si sta riprendendo dopo una sessione di trading che lo ha visto in netto calo oggi. Il recupero del dollaro statunitense sembra essere spinto da una serie di eventi che vale la pena approfondire anche per comprendere quali movimenti aspettarci nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Cos’ha innescato la ripresa del dollaro (USD)
Dopo una fase ribassista il dollaro (USD) è finalmente tornato alla parità. Ad influire sul trend negativo è stata una serie di eventi che hanno accelerato il movimento al ribasso dell’Indice del Dollaro statunitense (DXY) durante la notte.
Un primo calo dell’indice si è registrato a seguito dalla pubblicazione dei Verbali della riunione di gennaio della Federal Reserve degli Stati Uniti. Il calo c’è stato anche se diversi partecipanti al Federal Open Market Committee (FOMC) hanno espresso preoccupazioni riguardo a tagli dei tassi troppo rapidi, ricordando l’errore politico commesso negli anni ’80 dall’allora presidente della Fed Paul Volcker.
Inoltre, in un momento in cui il DXY era sotto pressione, si è verificata una seconda ondata di vendite per il Dollaro dopo che Nvidia ha pubblicato utili particolarmente positivi riguardo la chiusura del quarto trimestre 2023, cosa che ha contribuito ad alimentare un sentiment positivo nel mercato anche in Asia, dove il Nikkei giapponese ha raggiunto nuovi massimi storici.
Sul fronte dei dati economici, quella di oggi è stata una giornata molto ricca di dati. A parte i dati positivi sulle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, i numeri del Purchase Manager Index non stanno realmente influenzando il mercato, con un elemento positivo e un altro che non raggiunge le aspettative. Quindi i dati positivi sulle richieste di sussidi di disoccupazione non stanno producendo risultati significativi.
Cosa indica l’analisi tecnica dell’Indice del Dollaro (DXY)
L’Indice del Dollaro statunitense (DXY) è sceso sotto quota 104,00 durante la notte. Anche se le preoccupazioni tra i membri della Fed riguardo a tagli dei tassi di interesse prematuri sono il principale punto da tenere in considerazione per quel che riguarda i Verbali della Fed. Per i mercati il dato è in linea con la tempistica di giugno per un taglio dei tassi.
Nel frattempo sono arrivati i risultati del quarto trimestre 2023 di Nvidia, e hanno prodotto una forte crescita della predisposizione al rischio in tutto il mondo. Questo sentiment è un secondo importante driver per un Dollaro in calo.
Abbiamo la media mobile semplice a 100 giorni (SMA) in rialzo fino a sfiorare 104,98, che è il primo livello da tenere d’occhio come supporto che è diventato una resistenza.
Se il dollaro statunitense dovesse salire a 105,00 sulla base di numeri PMI robusti, allora sarebbe il caso di tenere d’occhio il livello chiave di 105,12. Dopodiché c’è il livello 105,88, rappresentato dal massimo di novembre 2023. In ultima analisi, 107,20 – il massimo del 2023 – potrebbe addirittura tornare in gioco, ma questo avverrebbe quando i mercati ricalcolano la tempistica di un taglio dei tassi della Fed, ritardandolo all’ultimo trimestre del 2024.
La media mobile semplice a 200 giorni a 103,72 è stata superata e dovrebbe attirare più orsi sul Dollaro statunitense per sfruttare il calo del dollaro. La SMA a 200 giorni non dovrebbe cedere così facilmente, quindi un piccolo ritiro a quel livello potrebbe essere più che concesso. Alla fine, perderà slancio con la pressione di vendita in corso e potrebbe scendere a 103,16 alla SMA a 55 giorni.
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