
L’Indice del Dollaro USA (DXY), che misura la performance del dollaro statunitense (USD) rispetto a sei valute principali, registra un leggero rialzo e si riprende sopra quota 103,50 nel momento in cui scriviamo, mercoledì, mentre il biglietto verde si rafforza contro la maggior parte delle valute principali.
L’impennata del dollaro è alimentata da un forte balzo di oltre il 5% rispetto alla lira turca (TRY) dopo la diffusione della notizia dell’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, principale rivale politico del presidente Tayyip Erdogan, con accuse che includono corruzione e sostegno a un gruppo terroristico.
Sul fronte dei dati economici, la giornata è relativamente tranquilla in attesa della decisione della Federal Reserve (Fed) sui tassi di interesse prevista per la serata. Il Federal Open Market Committee (FOMC) annuncerà la sua decisione sulla politica monetaria e pubblicherà l’aggiornamento delle Proiezioni Economiche Sommative (SEP).
Dopo l’incontro, il presidente della Fed, Jerome Powell, terrà una conferenza stampa. Sullo sfondo delle politiche di Trump, i mercati saranno interessati a sapere quanti, se ce ne saranno, tagli dei tassi i membri della Fed prevedono per il 2025 e oltre.
Ecco alcuni punti chiave da tenere d’occhio:
- L’andamento del DXY sopra la soglia di 103,50.
- L’influenza della politica monetaria della Fed sulle prospettive del dollaro.
- Le proiezioni economiche aggiornate e il possibile impatto sui mercati.
- L’effetto delle tensioni geopolitiche, come il caso Imamoglu, sul valore del dollaro.
- La reazione dei mercati alla conferenza stampa di Jerome Powell.
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Analisi tecnica dell’Indice del Dollaro USA: Non sarà così semplice
L’Indice del Dollaro USA (DXY) ha resistito a una forte pressione ribassista sul livello di supporto vicino a 103,18 martedì. Il fatto che questo supporto abbia impedito al DXY di toccare un nuovo minimo semestrale suggerisce che i mercati stiano aspettando maggiore chiarezza su dazi, economia statunitense, inflazione e geopolitica.
Il DXY si trova a un bivio: se il livello di 103,18 dovesse essere infranto, potrebbe non tornare indietro per un lungo periodo, poiché diverse banche, secondo Bloomberg, stanno iniziando a prevedere una svalutazione più marcata del dollaro negli anni a venire.
Un ritorno a 104,00 indicherebbe che il DXY rimane all’interno del suo range di marzo. Se i rialzisti riuscissero a evitare un rifiuto tecnico su quel livello, si potrebbe assistere a un’impennata fino alla soglia di 105,00, dove la Media Mobile Semplice (SMA) a 200 giorni converge e rafforza quest’area come una forte resistenza. Una volta superata questa zona, livelli chiave come 105,53 e 105,89 potrebbero fungere da ulteriori barriere.
Sul lato ribassista, il livello tondo di 103,00 potrebbe diventare un obiettivo negativo nel caso in cui i rendimenti obbligazionari statunitensi scendano a seguito della comunicazione della Fed di mercoledì sera, con la possibilità che si arrivi persino a 101,90 se i mercati dovessero capitolare ulteriormente sulle loro posizioni in dollari USA nel lungo termine.
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