L’andamento del cambio Euro Dollaro negli ultimi mesi ha risentito di tantissimi fattori non solo legati alla politica monetaria ma anche alla geopolitica. Risultato di tutto questo è stata una forte volatilità sul cross Eur/Usd che i trader più esperti hanno usato a loro vantaggio per entrare sulla coppia.
Il dilemma è fondamentalmente sempre lo stesso: il cambio Euro Dollaro andrà sulla parità oppure è possibile che vengano raggiunti nuovi massimi? Se nei mesi passati lo scenario della parità sembrava essere quello più probabile, ad inizio ottobre tutto è cambiato. Con il superamento al ribasso del supporto a quota 1,05 la parità si è allontanata. Successivamente il cross Eur/Usd ha poi iniziato a recuperare terreno e proprio questo balzo in avanti, ha attestato la presenza di una crescente domanda di EUR e l’avvio di una fase di debolezza per il Biglietto Verde.
L’andamento intraday sta a dimostrare come la risalita, che ha preso il posto della tensione verso la parità valutaria, sia avvenuta in una zona considerata ipervenduta. Si tratta di un’area che storicamente è sempre stata una zona di reazione del mercato. Ebbene, a dimostrazione di quello che dicevamo in precedenza, questo movimento ha avuto inizio proprio con lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas con tutte le conseguenti tensioni geopolitiche internazionali.
A questo punto per capire quale direzione potrebbe prendere il cambio Euro Dollaro, si potrebbero attendere le prossime dichiarazioni dei funzionari della FED e quindi le possibili modifiche della politica monetaria americana.
Quotazione del dollaro Usa molto debole
La debolezza della quotazione del dollaro Usa è diventata evidentissima negli ultimi giorni. Del resto è salita la quotazione dell’oro (per effetto della crisi geopolitica) e quindi il biglietto verde si è indebolito a causa della correlazione inversa tra i due mercati.
Il contesto di riferimento è quindi un elemento fondamentale per poter effettuare qualsiasi analisi sulle prospettive del dollaro americano.
Il Nasdaq e l’S&P500 sono palesemente in calo dai massimi dell’anno nonostante i forti acquisti tra le quotate energetiche e delle materie prime. Gli indici Usa vanno giù perchè i rendimenti obbligazionari sono in aumento essendo arrivati ai massimi degli ultimi decenni. Come già detto in precedenza, i beni rifugio, a partire proprio dall’oro, stanno segnando un forte rialzo in avanti riuscendo a recuperare gran parte del terreno che avevano perduto da agosto 2023.
E il dollaro, in tutto questo, come si sta comportando? A partire dallo scoppio delle guerra tra Israele e Hamas, USD ha messo a segno un ultimo rialzo dando l’impressione di puntare a completare quanto era stato avviato ad agosto per poi provare a trovare una stabilizzazione attorno ai massimi.
L’andamento dell’indice del dollaro Usa (grafico in alto) è davvero emblematico sotto questo punto di vista. Il DXY è un indice ponderato che misura il valore del dollaro statunitense rispetto a un paniere di valute straniere chiave. L’indice viene usato nel trading come indicatore delle fluttuazioni del dollaro statunitense sul mercato valutario internazionale. Quando DXY si alza, è in atto rafforzamento del dollaro statunitense rispetto alle valute straniere rappresentate nell’indice, mentre una diminuzione dell’indice sta ad indicare una debolezza del biglietto verde.
DXY si muove attorno a ,106, in ribasso rispetto ai massimi del 2023 e proprio questa sua flessione è la dimostrazione della relazione inversa con il mondo delle materie prime.
Nelle ultime sedute della settimana, il dollaro ha poi dato l’impressione di un leggero apprezzamento. A fare da supporto potrebbero essere state le dichiarazioni di alcuni membri della Federal Reserve circa la possibilità che i tassi di riferimento possano restare più alti e più a lungo. Una evoluzione simile avrebbe un impatto positivo sui rendimenti dei Treasury.
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Come investire su Euro/Dollaro con i CFD
I CFD (Contract for Difference) sul cambio Euro/Dollaro sono uno strumento finanziario derivato che consente agli investitori di speculare sulle variazioni di prezzo della coppia di valute senza dover possedere fisicamente le valute stesse. I CFD riflettono il tasso di cambio tra l’euro e il dollaro statunitense e permettono di operare sia quando il prezzo dell’EUR/USD sale e sia quando scende. Nel primo caso di apre una posizione long o di acquisto mentre nel secondo una posizione short o di vendita.
Riepilogando:
- Compra (Long): se il trader ritiene che il valore dell’euro aumenterà rispetto al dollaro Usa, può aprire una posizione “long” acquistando CFD sull’EUR/USD.
- Vendi (Short): se il trader ritiene che il valore dell’euro dovesse diminuire rispetto al dollaro Usa, può aprire una posizione “short” vendendo CFD sull’EUR/USD.
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