La stagflazione è uno di quegli argomenti di cui periodicamente si torna a parlare. A riaccendere ultimamente il dibattito sul tema è stato, tra gli altri, l’ex presidente del Consiglio Mario Monti che, durante il forum di Cernobbio, ha lanciato un allarme poi subito colto da altri economisti. Secondo Monti, la stagflazione rappresenta oggi la maggior minaccia per la ripresa dell’economia dell’area Euro.

Secondo l’economista, infatti, c’è il rischio che molti paesi possano iniziare a sperimentare elementi di stagflazione molto simili a quelli che furono osservati in tanti paesi europei negli anni Settanta. Per contrastare tale rischio, Monti ha auspicato che si arrivi ad una gestione saggia e in modo coordinato dell’attuale fase di transizione.

L’ex commissario Ue ha poi aggiunto che le politiche monetarie accomodanti delle banche centrali e i forti stimoli fiscali da tempo varati dai governi, potrebbero avere come effetto un ulteriore aumento dell’inflazione

Visto che l’argomento è alquanto delicato, partiamo dalle fondamenta ovvero dalle definizioni. Brevemente, cerchiamo di capire che cos’è la stagflazione. Con il termine si intende intende quel preciso momento in cui sono presenti, contemporaneamente nello stesso mercato, sia il classico generale aumento di prezzi (e, quindi, inflazione) sia però la mancanza di crescita dell’intera economia (ovvero, stagnazione economica).

Questo fenomeno, la stagflazione appunto, si presentò anche in Italia – ma non solo – alla fine degli anni Sessanta. Un periodo alquanto complicato da gestire proprio perché convissero assieme sia l’inflazione che il fenomeno della la stagnazione economica.

Stagflazione: che rischi ci sono oggi?

Considerato gli aspetti attuali, la globalizzazione e la crisi economica che tutto il mondo sta affrontando ancora oggi, gli esperti del settore sono particolarmente preoccupati sia per l’inflazione ma anche per la variante Delta.

I future però, nei giorni appena passati, hanno aperto in positivo: questa notizia incoraggiante è da considerare legata alla rinnovata fiducia dei consumatori e a un aumento importante fattore registrare relativamente ai prezzi delle case.

Segnaliamo un ulteriore nota confortante: Treasury – quello a 10 anni – ha avuto un rialzo pari al 3% circa, mentre il dollaro invece ha proseguito la sua discesa fino a 1,18 all’interno di un canale ribassista. Confermando quindi, il sentiment rialzista dei suoi investitori.

Stagflazione: e se l’oro aumentasse eccessivamente il prezzo?

Nel caso in cui l’oro aumentasse, in modo troppo esponenziale, la sua quotazione i mercati inizierebbero a preoccuparsi seriamente. 

Se così accadesse infatti i piani della FED andrebbero rivisti: perché? Perché, in casi come questo, l’inflazione dovrebbe essere maggiormente controllata, almeno fino a quando non torneranno dati positivi rispetto all’economia.

Immettere eccessivo denaro sul mercato globale, significherebbe aumentare nuovamente – e tanto – i prezzi delle commodities ed i relativi prezzi al consumo.

Si prenda a esempio il caso degli Stati Uniti. La quantità di materie prime importate è enorme, per cui l’aumento del prezzo dell’oro significherebbe l’aumento dell’inflazione e, di conseguenza, segnare un autogol.

Per non parlare poi della svalutazione del dollaro ed un sostanziale aumento del prezzo delle commodities. Tutte queste dinamiche dovrebbero essere tenute in debita considerazione nell’elaborazione delle strategie operative sui vari mercati. Proprio perchè l’argomento è spinoso è consigliabile fare prima pratica con un conto simulato e solo dopo iniziare ad investire. Il broker eToro (qui la nostra recensione) è la soluzione ideale poichè offre 100 mila euro virtuali per imparare ad investire su tanti mercati diversi attraverso i CFD. 

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Tornando al discorso sul rischio inflazione, va evidenziato che la FED si ritrova in difficoltà: per aiutare l’economia dovrebbe procedere con una immissione di liquidità di denaro; ma, allo stesso tempo, stampare troppo denaro aumenterebbe nuovamente l’inflazione e i prezzi.

In questo momento quindi, ci ritroviamo in una situazione delicata: ovvero in un regime economico stagflazionistico.

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