Cosa c’è da attendersi dal cambio Euro Dollaro nei prossimi mesi? Quale direzione prenderà il cross nella seconda parte dell’anno e soprattutto a che livello la coppia chiuderà il 2020? A rispondere a queste domande tipicamente autunnali sono stati gli analisti di ANZ Bank.
In un report dedicato all’andamento del cambio Euro Dollaro a fine 2020, gli analisti hanno tracciato un range trading e individuato quello che potrebbe essere il posizionamento del cross alla fine dell’anno. L’analisi di ANZ Bank trae spunto dall’estrema volatilità che il cross Eur/Usd ha registrato nelle ultime settimane (grafico in basso).
Secondo gli esperti a condizionare l’andamento della coppia Forex più importante continueranno ad essere le politiche fiscali e monetarie degli Stati Uniti. In particolare, ANZ Bank, prevede che la quotazione del Biglietto Verde continui a restare molto debole proprio a causa dell’atteggiamento fin qui tenuto della banca centrale Usa e dall’amministrazione americana.
Già a partire da queste premesse, ci si rende subito conto che le previsioni di ANZ Bank sul cambio Euro Dollaro a fine 2020, si muovono in linea con quello che è l’approccio prevalente. Per la stragrande maggioranza degli analisti, infatti, pur ammettendo le fisiologiche prese di profitto, il cambio Euro Dollaro nei prossimi mesi è destinato a crescere.
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Cambio Euro Dollaro previsioni fine 2020
Secondo gli analisti di ANZ Bank, il cambio Euro Dollaro chiuderà l’anno a quota 1,21. Nel giro di appena 5 mesi, quindi, il cross dovrebbe salire ancora e questo sta a significare che il futuro vedrà un Euro più forte e un Dollaro sempre più debole.
Il trading range individuato da ANZ Bank è delimitato da quota 1,20 (estremo inferiore) e quota 1,25 (estremo superiore). In pratica, stando alle previsioni degli analisti, il cambio Euro Dollaro fluttuerà in questa forchetta nei prossimi 5 mesi per poi chiudere l’anno a 1,21.
Le elezioni presidenziali americane (in questo articolo trovi indicazioni su quello che potrebbe succedere in caso di sconfitta di Trump al cross Eur/Usd) e il possibile allentamento della Federal Reserve nel meeting autunnale, sono i due catalizzatori che potrebbero schiacciare il valore del Biglietto Verde da qui a fine anno.
Un passaggio essenziale nel report di ANZ Bank è il seguente: “la politica fiscale sta diventando più restrittiva” ed è probabile che nel corso del tempo possa spostarsi dagli attuali “programmi di emergenza a quelli di crescita (digitale, ambiente e infrastrutture)“.
Cambio Euro Dollaro autunno/inverno 2020: focus su FED e BCE
Per cercare di comprendere come si potrà muovere il cambio Euro Dollaro nell’autunno/inverno 2020, diventa essenziale andare ad analizzare il comportamento delle due banche centrali, FED e BCE. Rispetto a tante altre occasioni, in questo caso non c’è nulla di misterioso. Le politiche della Federal Reserve e della Banca Centraòe Europea sono chiarissime già da alcuni anni. Da tempo, infatti, l’azione delle due banche centrali è decisamente accomondante. Oggettivamente non potrebbe essere diversamente poichè pensare di mettere in atto politiche restrittive in un contesto come quello attuale, sarebbe del tutto impensabile.
In poche parole la sola strada che le banche centrali possono seguire è quella che porta a scelte monetarie accomondanti.
In questo contesto, la sola cosa incerta riguarda la forza di queste politiche vale ma dire quanto è profondo il livello di accomodamento delle scelte dei banchieri.
Questo aspetto non può non influenzare l’andamento del cambio Euro Dollaro per la fine del 2020. Quindi prima di investire su EurUsd attraverso i CFD (qui il link ufficiale alla demo eToro) è consigliabile analizzare la posizione delle banche centrali.
C’è poi anche il discorso relativo alle politiche fiscali che invece spettano ai singoli governi. La tendenza in atto du questo fronte è quella di allentare le redini in modo tale da riuscire a gestire la situazione di grave crisi economica in atto. Le politiche fiscali scelte da molti governi hanno come obiettivo quello di limitare la perdita posti di lavoro e di sostenere una produzione che è crollata a causa del lockdown.
Come si stanno muovendo Europa e Stati Uniti dal punto di vista fiscale e monetario? Sotto un certo punto di vista dai due lati dell’Oceano ci si muove nella stessa direzione ma, da un altro punto di vista, non mancano le sfumature nei provvedimenti adottati.
Sia la Federal Reserve che la Banca Centrale Europea hanno lanciato programmi di Quantitativi Easing forti e di lunghissimo termine (praticamente non è prevista alcuna scadenza precisa). I QE, quindi, sono molto simili mentre le misure di stimolo fiscale appaiono diverse a tratti anche divergenti.
L’Europa, almeno fino a prima dell’autunno, ha dato l’impressione di avere più convinzione nella difesa dei posti di lavoro e nel sosteno al reddito rispetto a quanto avvenuto negli Usa. Non c’è quindi da stupirsi se il crollo dei posti di lavoro a causa del coronavirus sia stato molto più forte in Usa che nel Vecchio Continente. L’Europa, per quello che riguarda il lavoro e l’occupazione, ha fatto quindi meglio degli Stati Uniti. A prima vista si, ma attenzione perchè alcuni paesi europei (come ad esempio l’Italia) sono stati tutelati dal blocco dei licenziamenti. Ergo, gli effetti del lockdown sul mondo del lavoro sono ancora da vedere.
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