Il recente rally del cambio Euro Dollaro non deve indurre a entusiasmi irrazionali che possono portare a credere che il predominio mondiale del Biglietto Verde possa essere messo in discussione. Il Dollaro resta il Dollaro e anche i riferimenti in merito ad un Super Euro devono essere intesi come espressioni colorite che comunque non hanno un reale fondamento di verità. In altre parole anche l’Euro resta l’Euro e la moneta unica non ha mai avuto l’aspirazione a ricoprire un ruolo egemone a livello mondiale. 

Del resto, a dimostrazione della validità di questo discorso, c’è proprio l’andamento del cambio Euro Dollaro oggi. Contrariamente a quello che si poteva pensare fino ad alcuni giorni fa, il cross non ha proseguito la sua corsa.

Nessuna salita fino a quota 1,14, quindi, ma anzi ritorno della coppia a 1,126. In poche parole sono gli stessi dati a dimostrare che Super Euro già oggi è leggermente meno Super delle ultime sedute. 

Morale del discorso: la corsa dell’Euro potrebbe già essere finita e il cambio con il Dollaro sembra tornare ai tradizionali rapporti di forza. 

Prima di proseguire con la scrittura del post, voglio ricordare che l’alta volatilità che caratterizza l’andamento del cambio Euro Dollaro nelle ultime sedute, rappresenta una importante occassione per fare trading. Per investire sul cambio Euro Dollaro puoi ad esempio usare il CFD Trading scegliendo un broker affidabile come eToro (qui trovi la recensione completa) che ti offre ben 100.000 euro virtuali per imparare a fare tarding senza correre il rischio di perdere soldi veri.

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Dollaro imbattibile da sei anni

Sono alcune settimane che si parla di un (presunto) Dollaro debole. Il rally del cross Eur/Usd ha spinto molti analisti ad aprire la porta alla possibilià che per il Dollaro sia davvero arrivata una sorta di resa dei conti. Posso già dire che queste supposizioni non sono una novità. Da anni, a cadenza periodica, si parla di possibile fine dell’egemonia del Dollaro ma questa fine viene sempre rimandata. 

Quindi quanto sta succedendo al cambio Euro Dollaro oggi è solo una fase e non c’è in vista alcun cambio rivoluzionario nei rapporti monetari. 

A scacciare le ipotesi su possibili trasformazioni radicali sul Forex sono gli stessi numeri. Il cambio Euro Dollaro oggi resta in area 1,1 ossia poco sopra la parità. Il rally fino a 1,13 ha fatto notizia ma forse solo perchè da mesi l’intervallo dei prezzi della coppia era schiacciato.

Infatti durante la grande crisi il cambio Euro Dollaro era arrivato a 1,6 e fino al 2014 servivano 1,4 dollari per comprare 1 euro. Sono quindi gli stessi precedenti storici a smorzare tutta la retorica di questi giorni attorno a Super Euro.

E’ vero che la moneta unica continua ad essere il principale rivale del biglietto verde anche perchè nel paniere dell’indice DXY che misura la forza del dollaro, l’Euro ha un mese del 60 per cennto mentre il resto è rappresentato da Yen giapponese, Sterlina britannica, Dollaro canadese, Corona svedese e Franco svizzero. 

Morale: al di là di quelle che sono le attuali contigenze, il Dollaro non solo non è debole ma addirittura da 6 anni a questa parte, pur nelle logiche fluttuazioni di mercato, è abbastanza forte. 

Questo elemento è da tenere in debita considerazione quando si è alle prese con la definizione di una strategia trading su Eur/Usd. Il fatto che i migliori Forex broker forniscano il conto demo trading gratuito può essere un aiuto in più per imparare ad investire sulla coppia Euro Dollaro senza correre il rischio di perdere soldi veri. In tal senso può essere utile aprire un conto demo sulla piattaforma Plus500 (qui trovi la recensione completa). 

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Cambio Euro Dollaro e impatto patrolio

A partire dal 2014, anno già citato in precedenza, il cammino dell’Euro e quello del Dollaro si sono divisi. Questo è avvenuto non a causa della guerra dei dazi, della Brexit e dal rischio sfaldamento dell’area Euro, ma bensì a seguito dei movimenti della quotazione petrolio.

E’ successo che a partire dalla metà del 2014 il greggio ha imboccato la strada della discesa precipitando da quota 100 dollari al barile a 30-40 nel giro di sei mesi. Una volta raggiunto quel livello, il prezzo del petrolio è rimasto stabile fino a giorni nostri.

Oggi si è tornati a parlare di rally della quotazione petrolio ma siamo lontanissimi dai 100 dollari di 6 anni fa.

In conclusione, quindi, poichè il petrolio si paga in Dollari, il mercato tende a sistemare in modo fisiologico le oscillazioni della materia prima rispetto alla valuta di denominazione, ossia il Dollaro. Praticamente si ripete la stessa situazione che già avveniva ai tempi del gold standard con l’oro. La differenza di oggi è che al post del gold c’è il petrolio alla base del sistema. 

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