Nella giornata di ieri il dollaro statunitense ha perso ulteriormente quota dopo che le nuove misure adottate dalla Federal Reserve lunedì e il raggiungimento di un accordo per un nuovo massiccio pacchetto di stimolo fiscale da 2.000 miliardi di dollari hanno contribuito a contenere il panico che aveva interessato i mercati finanziari nelle giornate precedenti. O, almeno, le novità sono riuscite a rassicurare i mercati solo parzialmente, visto e considerato che a generare nuove preoccupazioni ci hanno pensato i dati fondamentali.
Di fatti, sul fronte del calendario macroeconomico settimanale, indicazioni sfavorevoli sono giunte dai PMI, a conferma dell’impatto negativo da Covid-19 sull’economia USA. Attese negative oggi anche per gli ordini di beni durevoli.
Complessivamente, gli ultimi due giorni hanno chiaramente indicato una pausa nella corsa al rialzo del dollaro. Attenzione, però: questa pausa non vuol dire che il dollaro non possa salire ulteriormente nei confronti dell’euro, ma è un segnale che se l’emergenza coronavirus non dovesse aggravarsi, l’avvio di una fase di stabilizzazione di mercato potrebbe non essere lontano.
Dal canto suo, sul parziale arretramento del dollaro l’euro ha consolidato il recupero di lunedì approfondendo la salita in area 1,08. Anche per quanto concerne i fondamentali della valuta unica europea non notiamo soddisfazioni: i PMI sono stati molto negativi, ma sulla dinamica del cambio EUR/USD hanno prevalso le notizie dagli USA che, nella più probabile delle ipotesi, dovrebbero fungere da principale determinante anche per la giornata di oggi. In uscita questa mattina l’IFO tedesco, previsto calo.
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Passando poi alla valuta safe haven per eccellenza, lo yen, notiamo come la moneta giapponese non abbia particolari spunti direzionali contro dollaro, muovendosi in un range piuttosto ristretto. Sotto il profilo dell’analisi tecnica, l’area chiave di resistenza si colloca a 112-114 USD/JPY.
Infine, per quanto concerne la sterlina britannica, vediamo come la valuta si sia solo parzialmente ripresa contro il dollaro, per l’effetto combinato delle misure già anticipate e commentate in area dollaro e di quelle di stimolo adottate da BoE e governo. Il recupero si è dunque trasmesso anche nei confronti dell’euro, anche se più contenuto rispetto a quello verificatosi nei confronti del dollaro.
Riteniamo comunque che la sterlina rimarrà a lungo sotto pressione, anche perché i dati fondamentali saranno poco meritevoli (ieri molto negativi i PMI, oggi in uscita l’inflazione attesa in calo).
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