Il cambio EUR/USD è scambiato al di sopra di 1,0850, e l’umore dei mercati finanziari sta migliorando, trascinando il dollaro – bene rifugio giudicato sufficientemente sicuro sul Forex – verso flussi di vendita più importanti. Il quantitative easing della Fed pesa sull’USD, in attesa di uno stimolo fiscale statunitense: un mix che potrebbe favorire l’euro ma… per quanto?

Le prossime resistenze

Anche se è troppo presto per cercare di capire se EUR/USD sia in fase sostenibile rialzista, è evidenze che il pomeriggio dovrebbe caratterizzarsi per un’evoluzione favorevole all’euro. La rottura stabile al rialzo di quota 1,0850 potrebbe infatti portare il cross verso la successiva linea di resistenza a 1,0950, che è stata di supporto all’inizio di questo mese.

Di contro, nel caso in cui il cambio dovesse mostrare qualche segno di debolezza, sarà interessante capire se riuscirà a tenere i 1,10760. Il successivo supporto critico è posto a 1,0640, il punto più basso al 2020, e, infine, a 1,0580.

Uno sguardo ai fondamentali

È evidente che in questo contesto l’attenzione spasmodica del mercato sia indirizzata a cercare di capire che cosa potrebbe accadere alle economie globali.

L’Italia – il Paese più colpito d’Europa dal coronavirus – ieri ha registrato per il secondo giorno consecutivo un rallentamento nel numero di decessi e di nuovi contagi. Secondo alcuni analisti, prudentemente, questo potrebbe voler dire che la tendenza sta iniziando a invertirsi, pur in un quadro che rimane cupo. Alla luce di ciò, un tiepido ottimismo sta stimolando il sentimento generale dei mercati, e sostenendo l’euro e i mercati finanziari.

Peraltro, il virus sta già penalizzando i primi dati fondamentali di marzo. Gli indici preliminari dei Responsabili d’Acquisto di Markit per il mese di marzo indicano una significativa flessione: il PMI dei servizi francesi è sceso a 29 punti – il più basso mai registrato – mentre il PMI manifatturiero a 42,9 punti, e il composito a 30,2 punti, molto peggio del previsto.

La Germania, la più grande economia dell’eurozona, ha assistito a una simile divergenza. Il PMI manifatturiero è uscito a 45,7 punti, mentre il PMI dei servizi è sceso a 34,5 punti. Il composito è a 37,2 punti.

EUR/USD è in aumento, molto dipende dagli USA

La ritrovata e relativa forza dell’euro dipende evidentemente anche dalla debolezza del dollaro. Il biglietto verde continua a reagire al massiccio programma di quantitative easing stabilito dalla Federal Reserve – uno schema a tempo indeterminato che garantisce la maggior parte del debito statunitense e consente il prestito diretto alle imprese.

Questa mossa senza precedenti ha evidentemente prodotto i suoi pesi sul biglietto verde, ma potrebbe anche ritorcersi contro di lui per diversi motivi, tra cui quello di rendere più attraente un investimento in un ampio paniere di asset statunitensi.

A questo punto, “risolto”, almeno per il momento, il quadro monetario, l’attenzione si concentra esclusivamente sugli stimoli fiscali provenienti dall’amministrazione USA. I Repubblicani e i Democratici continuano ad affannarsi per raggiungere un accordo, ma i Democratici al Senato hanno rifiutato le offerte dei loro pari Repubblicani – del valore di circa 1,8 trilioni di dollari – poiché sostengono che favoriscano le imprese rispetto ai lavoratori. Il presidente Donald Trump ha accusato la presidente della Camera Nancy Pelosi di aver ritardato gli aiuti governativi. A sua volta, la Pelosi è pronta a presentare un nuovo programma, che potrebbe raggiungere i 2,5 trilioni di dollari.

Peraltro, Trump ha anche affermato che non vuole che la “cura sia peggiore della malattia” e mira ad aprire l’economia statunitense il più velocemente possibile. D’altra parte, sempre più governatori ordinano alle persone di rimanere a casa. James Bullard, presidente della filiale di Saint Louis della Federal Reserve, ha detto che l’economia statunitense potrebbe richiedere una sostanziale chiusura prolungata.

Vedremo, nei prossimi giorni, a quali punti di sintesi si arriverà.

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