Il cambio euro dollaro è scambiato sotto quota 1,1150 dopo il calo della giornata di ieri, quando il nostro Paese ha annunciato la chiusura delle scuole come strumento di contenimento del coronavirus. Negli Stati Uniti, gli investitori temono che la dichiarazione di emergenza della California possa generare una nuova ondata di panico, a conferma della natura globale del problema.
E ora che succederà? Previsioni su EUR/USD
Da un punto di vista tecnico, il cross ha manifestato l’incapacità di stabilizzarsi sopra la soglia di quota 1.1200, indicando probabilmente che la recente corsa rialzista potrebbe aver già esaurito la sua corsa. Tuttavia, prima di assumere una posizione ribassista, sarà utile cercare di attendere almeno un’altra forte ondata di vendite.
Nel frattempo, la debolezza sotto il range 1.1100 – 1.1095 potrebbe continuare ad attrarre un certo numero di investitori interessati a prendere una posizione di breve termine e, dunque, a contribuire a limitare il lato negativo vicino al supporto della media mobile a 100 giorni, intorno a 1.1055.
Un’interruzione prolungata dei livelli di supporto sopra menzionati potrebbe dunque confermare che la coppia potrebbe aver già superato il limite ribassista di breve termine. Dunque, il cambio potrebbe la caduta verso la soglia psicologica di 1,10, al di sotto della quale la spinta verso il basso potrebbe essere ulteriormente acuita verso il supporto intermedio di 1,0915 – 10 e, di qui, verso il principale supporto a 1,0880 – 75.
Sul lato opposto, la resistenza immediata è attualmente fissa vicino all’area 1.1175. Se i tori fossero in grado di spingere il cambio sopra questo livello, allora si potrebbe puntare verso 1.1200 e, di qui, potrebbe esserci lo spazio per un movimento rialzista intermedio verso 1.1240 – 50, prima del prossimo grande obiettivo vicino al range 1.1275 – 80.
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L’analisi fondamentale
Chiariti gli aspetti più tecnici, giova anche sottolineare come il cambio euro dollaro sia stato protagonista di alcune prese di profitto nella giornata di ieri. Anche se gli investitori hanno digerito il taglio a sorpresa del costo dei Fed funds, il biglietto verde ha trovato un discreto supporto ed è stato poi sostenuto da dati macro statunitensi più forti del previsto.
In particolare, l’ultimo report ADP ha mostrato che i datori di lavoro del settore privato statunitense hanno aggiunto 183.000 posti di lavoro a febbraio rispetto ai 170.000 previsti. Il numero di posti di lavoro in crescita è stato in parte vanificato da una significativa revisione al ribasso delle cifre del mese precedente, con un aumento di 209 mila posti di lavoro rispetto ai 291 mila di cui si era parlato. Contestualmente, il PMI statunitense ISM Non-Manufacturing è salito inaspettatamente a 57,3 punti a febbraio, il livello più alto dal febbraio 2019.
I dati hanno contribuito ad alleviare le crescenti preoccupazioni del mercato circa l’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia statunitense. Ciò è stato reso evidente da un buon rimbalzo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA. La coppia è dunque momentaneamente calata sotto la soglia di 1,1100, anche se ancora una volta è riuscita a trovare un supporto solido in prossimità della media mobile semplice a 200 giorni.
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