I dati del PIL statunitense usciti la scorsa settimana hanno generato qualche valutazione in chiaro-scuro da parte degli analisti, che sottolineano come il debito nazionale lordo sia cresciuto molto più rapidamente della crescita del PIL.

Di fatti, come osservava in una recente nota Giuseppe Pascarella, esperto di mercato azionario USA, nel quarto trimestre l’economia ha registrato un PIL “reale” corretto sull’inflazione del 2,1% rispetto al terzo trimestre, con una crescita totale del PIL reale per tutto il 2019 al 2,3%.

Intanto, le spese del governo federale nel quarto trimestre sono aumentate ad un tasso annuo del 3.6%, superiore alle attese degli analisti, conducendo l’aumento delle spese federali, su base annua, al 3.5%.

Sempre in termini macroeconomici, la spesa per consumi, che negli USA pesa per quasi il 70% del PIL, è cresciuta ad un tasso annuale dell’1,8% nel quarto trimestre, e per l’intero 2019 del 2,6%.

PIL e dollaro

L’esperto ricorda nella sua nota come il PIL misura l’economia in termini di dollari spesi o investiti da consumatori, imprese e governi in un determinato periodo di tempo.

Tuttavia, prosegue Pascarella, il PIL misura il flusso di dollari fino ad un certo punto, considerato che non include la provenienza dei dollari investiti o spesi, ignorando l’effetto dell’incremento del debito.

Proprio sotto tale profilo di analisi, giova sottolineare come nel 2019 la spesa del governo federale, che è entrata direttamente nei calcoli del PIL, sia cresciuta del 3,5%, mentre la spesa per la difesa del 4,9%. Il debito nazionale lordo degli Stati Uniti è salito di 1,23 trilioni di dollari nell’anno solare 2019, a 23,2 trilioni di dollari.

Tuttavia, il PIL ha mostrato una crescita di 849 miliardi di dollari e la divergenza che ne consegue è determinata dal fatto che il governo USA non riesce a incassare quanto spende. Una situazione non nuova, che perdura dal 2008,

Intanto, nel 2019 il rapporto tra debito nazionale lordo degli Stati Uniti e PIL è salito al 108%, rispetto al 63% nel 2006 alla vigilia della grave crisi finanziaria iniziata nella seconda metà dello scorso decennio. Un’evoluzione che preoccupa più la Fed che Washington: mentre Powell sostiene che la crescita del debito su questi livelli non è sostenibile, Trump non sempre preoccuparsene. Cosa succederà?

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