La sterlina britannica ha aperto la settimana con una prestazione in calo, andando ad approfondire la sua discesa sia nei confronti del dollaro in area 1,30 GBP / USD sia nei confronti dell’euro, nei confronti del quale si è portata in area 0,84 EUR / GBP.
A influenzare l’andamento della valuta d’oltre Manica è evidentemente la sensazione di un generalizzato aumento della risk adversion, che ha fatto risalire leggermente le attese per un taglio dei tassi di interesse da parte della Bank of England nella prossima riunione di giovedì.
Le dichiarazioni del capo – negoziatore UE Barnier, a pochi giorni dall’attuazione di Brexit, hanno riportato l’attenzione sui negoziati per l’accordo commerciale con l’Unione Europea. Barnier ha infatti ribadito ancora una volta che in mancanza di un allineamento ai regolamenti UE il Regno Unito non potrà avere un accesso privilegiato al Mercato Unico. Si tratta dunque di una nuova evoluzione che sembra riavvicinare gli scenari più temuti di una hard Brexit, con ciò che potrebbe derivarne (ne abbiamo parlato in un recente articolo su queste pagine) per entrambe le parti.
Dal canto suo, il dollaro ha aperto la settimana in ulteriore rialzo, sia favorito da fattori di debolezza di altre valute sia perché il peggiorare delle condizioni internazionali sul virus cinese sta facendo ergere la valuta verde come safe haven. Non sembrano esserci invece delle ripercussioni sul fronte delle vendite di case, con un dato un po’ deludente.
In uscita nella giornata di oggi i dati sugli ordini di beni durevoli, da cui si attendono indicazioni di carattere misto, e la fiducia dei consumatori, attesa in aumento. Tranne l’emersione di gravi delusioni, la valuta verde dovrebbe continuare a consolidare le proprie posizioni, o almeno stabilizzarsi in attesa del FOMC.
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