La coppia EUR/USD sposerà un trend di calo prima di avviare la strada della risalita? Forse si, sostengono alcuni analisti, considerato che il dollaro USA svolge tradizionalmente un ruolo di safe haven e, dunque, si “ritira” in risposta all’ottimismo.
Ma è davvero così?
Ecco tre buone ragioni per cui, forse, puntare su un dollaro ribassista nel brevissimo termine non pagherà.
La tregua commerciale con la Cina
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping hanno accettato di riprendere i negoziati commerciali e di astenersi dall’imporre nuove tariffe mentre i negoziati continuano. I leader delle maggiori economie mondiali si sono incontrati durante il fine settimana a margine del vertice del G-20 di Osaka, in Giappone, e hanno fornito un po’ di sollievo ai mercati. Gli Stati Uniti hanno anche accettato di permettere a Huawei – il gigante cinese delle telecomunicazioni – di acquistare attrezzature statunitensi.
I listini azionari sono immediatamente cresciuti, e tali guadagni sono in genere accompagnati da un calo del dollaro USA, in qualità di “rifugio sicuro”. Tuttavia, gli investitori ipotizzano che la tregua commerciale abbasserà le possibilità di un profondo taglio del tasso di interesse di 50 punti base da parte della Federal Reserve e che ridurrà anche la probabilità di ulteriori stimoli monetari entro la fine dell’anno. I rendimenti delle obbligazioni americane sono aumentati, stimolando il biglietto verde.
L’indecisione dell’UE
La cancelleria tedesca Angela Merkel ha proposto Franz Timmermans – il candidato olandese di centro-sinistra – come presidente della Commissione europea. Tuttavia, gli alleati del suo gruppo di centro-destra hanno respinto l’idea. I capi di Stato proseguono le discussioni, manifestando un’indecisione che potrebbe poi propagarsi ad altri ruoli extra Commissione (la BCE).
La debolezza della zona euro
I rialzisti sull’euro devono anche tenere conto della pubblicazione dei dati macro, con gli indici dei responsabili degli acquisti di Markit in debolezza (si pensi al PMI spagnolo, che è sceso a 47,9 punti a giugno – più del previsto).
Dunque, che cosa accadrà ora?
L’attenzione si sposta sui dati macro statunitensi, considerate le rassicurazioni sperimentate sul fronte delle vicende internazionali USA con Cina e Corea del Nord. Anche se nel complesso le avventure o le disavventure politiche rimarranno centrali, i dati saranno di crescente importanza per poter orientare il corso del cambio.
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