Il cambio euro dollaro la scorsa settimana ha subito gli effetti evidenti delle decisioni di politica monetaria delle rispettive banche centrali, con ottica di reciproco indebolimento. Il clima di crescente tensione tra gli Stati Uniti e la Cina, e gli Stati Uniti e l’Iran, sta poi facendo il resto nell’incrementare i timori degli investitori, favorendo così il ricorso a safe haven come l’oro e lo yen.
Detto ciò, e tornando sulle previsioni di breve termine EUR/USD, l’uro ha trovato un supporto nella seconda parte della settimana, superando la soglia di 1,1350 e, dunque, dando sfoggio di un chiaro segnale rialzista. Difficile però ipotizzare se questo possa essere uno spunto decisivo per poter far orientare il cambio verso una condizione di maggiore forza dell’euro. Anzi, sembra essere lecito ipotizzare, come scenario principale, l’evoluzione in un movimento laterale dal quale EUR/USD potrebbe uscire quando arriveranno rassicurazioni (forse) da tutti i fronti aperti dagli Stati Uniti.
Il primo e più importante sarà probabilmente legato alla necessità di dover decifrare come verranno orientate le relazioni tra USA e Cina. Le due parti si incontreranno al G20 in Giappone in programma per questa settimana. Sebbene nessun analista si attenda un passo in avanti concreto e formale, questo meeting a margine del G20 potrebbe riaprire un canale di negoziazione più ufficiale (rispetto a quello gestito dalla diplomazia meno visibile), dando così ossigeno a chi sta cercando una rasserenazione in ottica internazionale.
Difficile, comunque, sperare in grandi novità sul brevissimo termine. È dunque possibile che il movimento dell’euro dollaro continuerà ad essere stretto tra le rispettive influenze di debolezza delle banche centrali, come il FOMC che si appresta a dar seguito al primo taglio dei tassi del 2019, a luglio, seguito (al 70% delle probabilità) da un doppio taglio nella seconda parte dell’anno.
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