La corona svedese è scesa a un minimo da dieci anni a questa parte contro l’euro, in un contesto di rinnovata ansia per una guerra commerciale globale e, ulteriormente, spinta al ribasso dagli ultimi dati macroeconomici, che suggeriscono un peggioramento del rallentamento dell’economia scandinava.
La valuta svedese ha così esteso la peggiore performance annuale tra le valute del G10, considerato che gli investitori hanno respinto gli asset più rischiosi dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di aumentare le tariffe sulle merci cinesi.
Elemento esogeno a parte, a pesare sulla corona svedese è anche l’ultima lettura di uno dei principali indicatori dell’attività commerciale svedese, giunto al livello più basso dal 2016.
Ricordiamo comunque come la difficoltà della corona svedese nei confronti delle principali valute controparte non sia nuovissimo, ma sia comunque accelerato ad aprile, quando la Riksbank ha segnalato che non aveva fretta di alzare i tassi da livelli inferiori a zero e ha altresì esteso il suo programma di acquisto di obbligazioni. Ad ogni modo, da Stoccolma giungono segnali di rassicurazione, con il governatore Stefan Ingves che la scorsa settimana ha rammentato come la banca centrale abbia un obiettivo di inflazione e non di cambi valutari, aggiungendo poi che l’effetto della corona sui prezzi, nel lungo periodo, è limitato.
“Il rumore di una guerra commerciale rischia di penalizzare ulteriormente la corona a brevissimo termine“, ha dichiarato Roberto Cobo Garcia, responsabile della strategia valutaria del G-10 su BBVA. “Tuttavia, a meno che non ci sia un confronto totale tra la Cina e gli Stati Uniti e un picco significativo nell’avversione al rischio globale, le attuali valutazioni e livelli tecnici accanto all’ipervenduto suggeriscono anche un margine limitato per i ribassi nella valuta svedese“, ha detto.
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