Grazie ai nuovi dati cinesi su commercio e credito, unitamente alle dichiarazioni bilaterali che lasciano intendere il compimento di progressi nei negoziati commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti, la volatilità sul cambio euro dollaro sembra essere piuttosto compressa, con escursioni nella norma.
Dal canto suo, la valuta unica europea sembra essere sostenuta da dati economici migliori del previsto, come avvenuto con la pubblicazione delle statistiche della produzione industriale, oltre che da alcune fonti interne alla Banca centrale europea, che hanno gettato acqua sul fuoco sulle aspettative di introduzione di un sistema di penalizzazione graduata per le riserve, che dai mercati è stato interpretato come un segnale anticipatore dei nuovi tagli dei tassi. Ad ogni modo, molti analisti stanno in realtà ritenendo che non vi sarà bisogno di tagli dei tassi o di forti misure di stimolo, a patto – naturalmente – che la crescita riacceleri come da previsioni.
Anche in virtù di ciò l’euro ha continuato a recuperare terreno anche contro altre valute, come il franco svizzero, che è rientrato in area 1,13 suggellando un movimento ascendente che dura da alcune settimane. Per quanto invece attiene la sterlina, la valuta britannica incassa positivamente la proroga dell’art. 50, ma senza particolari cambiamenti del proprio corso. Considerato che per qualche mese il rischio no deal uscirà dai monitoraggi quotidiani degli analisti, la concentrazione degli osservatori tornerà principalmente sui fondamentali.
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