L’ultima settimana del mese di marzo si è conclusa con una condizione di bassa volatilità, con l’indice del dollaro statunitense quasi stabile, sebbene in rialzo rispetto alla settimana precedente, e correlazione con VIX positiva. L’euro è rimasto poco mosso contro la valuta verde, a quota 1,1235, dopo la correzione di inizio scorsa settimana, e in linea con la media mobile a 20 giorni: la stabilità non deve però trarre in inganno, perché il caso Brexit e eventuali nuovi dati di rallentamento economico dell’area potrebbero fornire spunti all’indebolimento della valuta europea.

Sicuramente più vasto il movimento dello yen, che ha ceduto lo 0,4% tra la giornata di venerdì e l’apertura di questa mattina, principalmente per effetto della deludente indagine Tankan del mese di marzo, che registra una debolezza più ampia delle attese nel settore manifatturiero.

L’indice delle grandi imprese manifatturiere cala a 12 punti rispetto ai 19 punti del mese di dicembre, mentre l’indice delle aspettative a 3 mesi corregge a 8 punti, contro i 15 del mese di dicembre, indicando un netto deterioramento delle panoramiche di settore. Con tali dati, pertanto, il Giappone sembra mostrare chiari segnali di indebolimento per le attività del primo trimestre, in buona parte attribuibile alla flessione export verso la Cina.

Tornando in Europa, e in particolar modo alla Brexit, oggi tra le ore 18 e le ore 20 si terrà un nuovo dibattito parlamentare sulle opzioni alternative per il recesso dall’UE, con voto previsto tra le 20 e le 20.30. In tale occasione sono stati presentati 8 emendamenti, che rappresentano un ampio spettro di opzioni (dalla revoca della domanda all’uscita senza accordo il 12 aprile). Ricordiamo che il precedente tentativo si era concluso senza alcuna maggioranza, ma con molte astensioni su alcune delle opzioni più popolari, come ad esempio quella sull’unione doganale.

Rammentiamo altresì come il governo non abbia alcun un obbligo legale di applicare eventuali deliberazioni della Camera, ma ovviamente se emergesse una chiara maggioranza a favore di una delle opzioni, sarebbe politicamente difficile ignorarla. Intanto, l’UE ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio Europeo il 10 aprile, in occasione della quale si analizzerà se il governo britannico sarà o meno in grado di presentare una richiesta motivata di proroga.

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