La sterlina ieri ha avuto una giornata relativamente tranquilla, rimanendo tra quota 1,1317 e quota 1,3223 USD. Chiaro l’atteggiamento degli investitori, che stanno cercando di trovare le giuste posizioni in attesa di anticipare gli sviluppi parlamentari e, di conseguenza, gli impatti che questi potrebbero avere sui cambi valutari che interessano la sterlina britannica.
Alcuni sviluppi, peraltro, ci sono già stati. La premier May ha ammesso di non avere i voti per far approvare l’accordo con l’UE, ma di contro non ha presentato alcuna proposta alternativa, tanto da aver ventilato la possibilità di riproporre nuovamente l’accordo.
Successivamente, la Camera dei Comuni ha approvato (329 voti a favore, contro 302 voti contrari), un emendamento bipartisan che di fatto introduce il meccanismo dei voti indicativi nel dibattito sulla Brexit.
Ricordiamo che il governo aveva imposto alla maggioranza di respingere l’emendamento, ma una quota di deputati conservatori (30) hanno votato a favore, e 3 ministri sono arrivati alle dimissioni per poterlo sostenere.
La svolta così avvenuta non è certo un lasciapassare per un esito positivo. Il governo ha infatti minacciato di non riconoscere l’eventuale risultato finale del processo, e nel caso in cui esso dovesse domandare l’avvio di nuove trattative con l’Unione Europea, o una lunga estensione, la collaborazione dell’esecutivo sarebbe necessaria per poter implementare una decisione.
Sul fronte dell’analisi tecnica nel cambio EUR/GBPS, rimane un trend decrescente sostenuto dalla presenza delle due medie mobili a 100 e 200 periodi sopra i prezzi a 0,8797 e 0,8841. Il supporto a 0,8471 è un minimo di metà mesi, mentre la resistenza potrebbe essere incontrata intorno a 0,8800.
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