Il dollaro statunitense è universalmente riconosciuta come la valuta “regina” a livello globale, divenendo – dal secondo dopoguerra – una valuta di riserva privilegiata negli scambi internazionali. Ma quanto è realmente importante il dollaro?
Stando a quanto suggeriva un recente approfondimento condotto dal quotidiano Il Sole 24 Ore, il 60% del Pil mondiale viene oggi prodotto in economie che orbitano nell’area della valuta statunitense. Si potrebbe pensare – e così è! – che la quota sia davvero rilevante ma, in realtà, l’intensità della c.d. “dollarizzazione” si è ridotta nel tempo, proprio grazie alla forza dell’euro.
La zona estesa dell’euro si è estesa verso Oriente nel corso degli anni grazie alla progressiva integrazione di tali economie nell’eurozona, e il rublo è in procinto di fare la stessa cosa.
Un cenno a parte sembra essere ascrivibile al Giappone: l’area riconducibile allo yen è infatti rimasta stabile, e non ha guadagnato terreno oltre il territorio nazionale. In Cina, lo yuan ha guadagnato un ruolo maggiormente globale nel 2015, dopo che ha abbandonato il cambio fisso con il dollaro e dopo che la sua valuta è stata introdotta nel paniere di riserva del Fondo Monetario Internazionale. Lo yuan sta inoltre acquisendo sempre più rilevanza a discapito proprio del dollaro, nell’intermediare i rapporti commerciali con i Paesi vicini.
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