Il 2019 è un anno nuovo ma… a quanto pare non per i tassi di interesse e il dollaro australiano.

Nonostante le turbolenze che hanno scosso i mercati globali negli ultimi mesi del 2018, il dollaro australiano ha mostrato una notevole resistenza, soprattutto nella fascia bassa dei 70 centesimi di dollaro USA nella seconda metà dell’anno.

Un tuffo di breve durata, da pochi centesimi a un minimo decennale di 67,3 centesimi di dollaro la scorsa settimana, ha offerto l’indizio che il 2019 potrebbe non essere un anno così facile per la valuta locale. Ma i volumi di trading sono stati bassi, lasciando intendere che questo picco sia stato toccato perché la maggior parte degli investitori erano in vacanza, rendendo i mercati più inclini alla volatilità. E, almeno per ora, il calo è stato rapidamente invertito.

Non solo. Si tenga conto che appare evidente che il dollaro australiano ha perso terreno nei confronti del dollaro USA più per la forza della valuta verde che per propri demeriti. Una consapevolezza che spicca anche nell’indice Trade Weighted Index, che guarda all’Aussie in relazione a un paniere di altre valute dei Paesi con cui opera. Ebbene, la TWI è scesa da circa 94 all’inizio dell’anno a 91 verso la fine dell’anno.

Un fattore importante di questa stabilità relativa è stata la coerenza della politica monetaria, con l’obiettivo ufficiale del tasso di cambio ufficiale della Reserve Bank ad un minimo storico dell’1,5 per cento e pochi segnali di movimenti a breve termine.

Ma l’AUD può mantenere il suo andamento costante nel 2019? E la Reserve Bank sarà in grado di raggiungere il suo obiettivo a medio termine di rialzo dei tassi d’interesse rispetto ai minimi storici, o potrebbe addirittura essere costretta a tagliarli nuovamente?

Gli analisti sembrano essere piuttosto concordi. Vediamo i principali osservatori.

Paul Brennan, Citi

Paul Brennan ha descritto le previsioni della banca per la fine del 2019 come non particolarmente entusiasmanti. Il dollaro australiano dovrebbe rimanere sostanzialmente invariato rispetto al 2018.

Per quanto riguarda i tassi, Brennan si aspetta che la prossima mossa asrà un aumento dei tassi, ma ha detto che molto dipenderà dall’aggravarsi o meno del crollo immobiliare di Sydney e Melbourne.

Chris Weston, Pepperstone

Senza alcuna azione da parte della Reserve Bank, Chris Weston concorda con Brennan ritenendo che il dollaro australiano dovrebbe rimanere ad un livello simile a quello in cui è stato scambiato nella seconda metà del 2018, circa 73 centesimi di dollaro USA.

Tuttavia, con la RBA immobile, il tasso di cambio con il dollaro USA dipenderà in larga misura dalle azioni della Federal Reserve.

David de Garis, NAB

de Garis si aspetta che il dollaro australiano salirà un po’ contro il dollaro USA, ma avverte altresì che la valuta rischia di indebolirsi prima di rafforzarsi, probabilmente sotto i 70 centesimi per un po’ di tempo.

NAB ritiene che i tassi di interesse rimarranno in attesa all’1,5 per cento e, sebbene ritenga improbabile un taglio, non viene esclusa una simile possibilità.

David Plank, ANZ

Il team di analisti di ANZ ritiene che vi sia una prospettiva abbastanza stabile per l’economia australiana, ma David Plank ha anche aggiunto che il rischio che le cose vadano male sta aumentando, ritardando un aumento dei tassi da parte della RBA.

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