Tante tribolazioni sul Forex questa settimana con il cambio Euro Dollaro che, sfondando il muro di quota 1,13, è sceso ai minimi di giugno 2017. La quotazione USD ha realizzato alcuni buoni guadagni la scorsa settimana e lunedì ha volato il grafico al rialzo fino al massimo di 16 mesi con gli investitori che hanno anticipato le decisioni di politica monetaria della FED.
La Federal Reserve ha confermato ancora una volta il suo piano di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base nel mese prossimo, supportato da due ulteriori aumenti dei tassi che ci potrebbero essere entro la metà del 2019 a seguito di un’economia ottimista e di crescenti pressioni salariali. Il Dollaro ha anche approfittato della sua caratteristica di rifugio sicuro mentre i traders hanno abbandonato le strategie pericolose a causa delle controversie commerciali USA-Cina, del rischio Brexit e del ritardo sull’accordo tra Europa e Italia.
Le elezioni del Congresso degli Stati Uniti che si sono svolte il 6 novembre hanno sancito la parziale vittoria dei Democratici determinando una certa volatilità sul Forex come, del resto, er previsto. Intanto la FED ha lasciato i tassi di interesse invariati almeno per ora, ma le indicazioni potrebbero essere diverse nel prossimo rapporto sui tassi di interesse della FED. Gli Stati Uniti e la Cina sono ancora lontani da un accordo per risolvere le loro dispute commerciali. Viceversa sulla Brexit, UK e EU sono vicine ad un accordo e questo ha determinanto l’aumento della quotazione della GBP nei primi giorni della settimana. Tuttavia dal 7 novembre all’11 novembre la valuta britannica è scesa di circa 254 pips a 1.2918.
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Analisi Forex settimana 12-16 novembre
Questa settimana ci saranno molti market mover importanti mentre in primo piano ci saranno sempre i soliti temi: Italia, Brexit e conflitto commerciale U.S-Cina. I dati macro in agenda sono i seguenti: per il Regno Unito avremo commercio al dettaglio, inflazione e occupazione; per gli Usa salari, inflazione, produzione industriale e vendite al dettaglio; per la Germania PIL del terzo trimestre e fiducia degli investititori; quindi produzione industriale e dettaglio in Cina; commecio estero, produzione industriale e inflazione in India e, per finire, Pil del terzo trimestre in Giappone.
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