Il Regno Unito potrebbe essere vicino a raggiungere un accordo di massima su Brexit, stando a quanto afferma Stephen Jen, del fondo Eurizon Capital, in una nota diramata alla clientela.
In particolar modo, è Jen ha definito come basse le probabilità di una Brexit “dura” e senza alcuna contropartita, mentre stanno aumentando le probabilità di un accordo nelle prossime settimane: uno scenario che, probabilmente, consentirà alla sterlina di riprendersi.
La sterlina inglese è attualmente “molto sottovalutata” – ha detto Jen – “È ancora ragionevole considerare 1,55 come un valore equo valido e il centro di gravità per questo cross con il dollaro”, ha poi aggiunto, concretizzando di fatto la possibilità che possa esserci un incremento del 18 per cento rispetto al prezzo attuale.
Insomma, ad appena una settimana prima del vertice cruciale dei leader dell’Unione Europea che potrebbe determinare l’esito più o meno favorevole della Brexit, l’ottimismo sta crescendo e un accordo potrebbe essere in vista. Funzionari britannici e dell’UE sono bloccati in colloqui a Bruxelles su un compromesso che potrebbe vedere il Regno Unito rimanere temporaneamente nel regime doganale dell’UE, hanno peraltro precisato alcune persone che hanno familiarità con i negoziati.
Peraltro, si noti come le speranze per un accordo hanno già aiutato la sterlina a guadagnare quasi il 4 per cento da metà agosto ad oggi, riducendo il suo declino per l’anno a meno del 3 per cento. Dopo la sua uscita dall’Unione, le sfide della Gran Bretagna saranno particolarmente ardue, ma forse più prevedibili e più sotto il suo stesso controllo di quanto non lo siano stati i colloqui UE – ha poi rammentato Jen, ex economista del Fondo Monetario Internazionale.
In altri termini, non è detto che la Brexit possa rappresentare necessariamente un male, considerato che in un simile scenario il Regno Unito avrebbe più potere per affrontare il proprio futuro, negoziando accordi commerciali con paesi come Stati Uniti, Cina, Giappone, Canada e Australia, che insieme rappresentano il 22% delle sue esportazioni, contro il 42% (in calo) per l’UE.
“La sterlina può essere volatile nel breve termine, ma le sue prospettive positive a lungo termine sono più sicure di molte altre valute del gruppo dei 10”, ha detto.
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