Con i nuovi requisiti introdotti dall’ESMA cambia per sempre la normativa in vigore sul Forex & CFD Trading. Le nuove norme sono ufficialmente entrate in vigore da ieri 1 agosto. Chi opera con il trading online, usando broker e piattaforme europee, sarà tenuto al rispetto dei nuovi requisti. Concretamente il trader non dovrà fare nulla se non prendere visione del nuovo regolamento, in particolar modo per quello che riguarda la parte relativa alla leva finanziaria massima applicabile per singola categoria di asset (cambi, azioni, materie prime, criptovalute etc…). 

Attenzione a non fare confusione. La nuova normativa che è entrata in vigore da ieri 1 agosto 2018 riguarda il Forex & CFD Trading. Non riguarda il trading binario. In Europa le opzioni binarie sono vietate sempre per provvedimento dell’ESMA. In base alla nuova normativa in vigore possono fare trading binario solo gli investitori professionali.

Tornando al CFD Trading cosa cambia concretamente dall’1 agosto? Le principali novità sono quelle riguardanti margini e leva finanziaria. Il margine richiesto, infatti, aumenta mentre la leva applicabile diminuisce. Per quello che riguarda i margini l’ESMA ha imposto l’aumento della somma di denaro richiesta al trader per progettere i propri investimenti. L’obiettivo di fondo di questa protezione è far si che i trader non perdano più denaro di quanto hanno investito nella loro attività di trading. Uno dei punti deboli del Forex & CFD trading, infatti, è sempre stata la possibile perdita senza controllo. Si può affermare che fino a prima dell’entrata in vigore della nuova normativa o il trader era dotato di lucidità psicologica e autocontrollo o c’era il rischio di ottenere forti perdite.

Per quello che riguarda i nuovi requisiti ESMA sulla leva finanziaria nel Forex & CFD Trading, la normativa ha stabilito una riduzione della leva ossia di quello strumento che permette ai piccoli trader (ovvero a chi ha a disposizione solo somme molto contenute) di esporsi a un capitale molto più elevato rispetto a quello effettivamente impegnato per l’apertura del trade. Lo strumento della leva finanziaria ha fino a ieri permesso di moltiplicare i guadagni in caso di previzioni azzeccate ma anche di moltiplicare le perdite in caso di trade inesatto. Fino al 31 luglio ciascun trade poteva investire con una leva 100:1, ovvero impegnando 1.000 euro ma esponendosi a un capitale complessivo di 100.000 euro. Con l’entrata in vigore della nuova normativa ESMA, quindi dall’1 agosto, la leva finanziaria non potrà essere superiore al rapporto di 30:1 per le valute principali e 20:1 per gli altri cross valutari. Requisiti ancora più stringenti per quello che riguarda gli altri tipi di asset e quindi materie prime, azioni e criptovalute. Nel casa dell’oro e degli indici principali la leva massima applicabile è di 20:1, rapporto che scende a 10:1 per le materie prime diverse dall’oro e gli indici secondari, 5:1 per quello che riguarda le azioni (indipendentemente dalla borsa di riferimento) e 2:1 per quel che riguarda le valute virtuali (Bitcoin, Ripple, Etheretum e altre altcoin).

La nuova normativa introdotta dall’ESMA ha come obiettivo quello di tutelare il trader e garantire una maggiore trasparenza delle operazioni. Teoricamente tutto bene, quindi, ma c’è un rischio dovuto a quello che in gergo viene definito buco normativo. E’ infatti possibile che gli investitori europei possano rivolgersi a broker non europei, privi di autorizzazione, che possono continuare ad applicare leve finanziarie molto elevate. In tal caso il trader sarebbe esposto a rischi molto forti. E’ questo un escamotage da evitare completamente. Raccomandiamo quindi di fare trading online solo con broker autorizzati e affidabili. 

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