I long della sterlina britannica sono stati tagliati di 30k entrando in territorio negativo e raggiungendo -19k. Dopo l’ultima settimana, la posizione long sul GBP ha raggiunto il livello più basso da ottobre. Lo stesso scenario è stato osservato nel dollaro australiano dove i net shorts sono aumentati in particolare da 15k a 43k, il minimo da dicembre 2015. Ultimo ma non meno importante, il posizionamento netto in NZD è diminuito da + 7k a -16k librandosi intorno ai suoi livelli più bassi rispetto all’ultimo anno. Allo stesso tempo, il posizionamento netto in dollari USA è salito fino a 18k toccando il suo punto più alto da giugno 2017. Per riassumere, si può notare che gli investitori hanno sostanzialmente aumentato il loro coinvolgimento nella valuta americana, scaricando i titoli altrove.
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Detto questo, non significa che questa tendenza è destinata a durare molto più a lungo, in quanto la CFTC serve anche come indicatore, quindi un pullback del biglietto verde nelle prossime settimane potrebbe essere sulle carte.
I dati CFTC e un panorama tecnico rendono l’australiano un’opportunità commerciale incoraggiante. La coppia ha disegnato una candela rovesciata che potrebbe annunciare la fine della tendenza ribassista iniziata alla fine di gennaio. Se è così, i primi tori resistenti possono essere localizzati a circa 0,75 seguiti dai successivi ritracciamenti di Fibo. Fonte: xStation5
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