L’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti con carte di credito e bancomat, anche quando l’importo della transazione è irrisorio, sembra proprio destinato ad essere ridimensionato dal governo di Giorgia Meloni.
I commercianti infatti sarebbero obbligati ad accettare i pagamenti elettronici anche quando si tratta di micro-transazioni, con conseguente drastica riduzione del margine di guadagno dell’attività che riceve il pagamento con carta invece che in contanti.
Questo perché sui piccoli importi le commissioni bancarie incidono per una percentuale molto elevata. Nonostante ciò il governo di Mario Draghi non ha esitato a dare il via libera alle sanzioni per i commercianti che non si fossero adeguati al nuovo obbligo.
Le novità sui pagamenti con carte di credito e bancomat in legge di bilancio
Nella nuova manovra economica il governo di Giorgia Meloni ha già inserito l’esenzione dall’obbligo di accettare i pagamenti con carte di credito e bancomat per tabaccai, limitatamente alla vendita di sigarette e marche da bollo.
Ma nella Legge di Bilancio 2023 cui l’attuale esecutivo sta lavorando proprio in questi giorni dovrebbe essere inserita anche l’esenzione per tutte le attività commerciali per i pagamenti al di sotto dei 30 euro.
Nel frattempo, mentre la misura viene definita in ogni sua parte, il governo di Giorgia Meloni ha deciso per la sospensione di tutte le sanzioni a commercianti e artigiani che non accettano i pagamenti elettronici.
L’esenzione dall’obbligo di accettare pagamenti attraverso Pos per gli importi inferiori a 30 euro dovrebbe essere introdotta, secondo le previsioni, entro i prossimi 6 mesi.
Infatti la bozza della manovra economica che il Consiglio dei Ministri ha approvato in questi giorni prevede che sia il ministero delle Imprese e del Made in Italy a definire, entro il mese di giugno, i “criteri di esclusione al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse”.
Nel testo della manovra economica si legge anche che nel frattempo “sono sospesi i procedimenti ed i termini per l’adozione delle sanzioni”.
Il risultato è che gli sforzi dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, che con grande zelo aveva anticipato l’introduzione delle sanzioni per chi rifiuta di accettare pagamenti con pos, sono stati vanificati.
La decisione del governo di Giorgia Meloni di esentare dall’obbligo di accettare pagamenti con carte di credito e bancomat in caso di importi inferiori a 30 euro, che sembra semplicemente dettata dal buon senso, dovrà comunque essere discussa con la Commissione Ue, in quanto l’introduzione delle sanzioni era uno dei passaggi previsti dal Recovery Plan.
Quando è stato introdotto l’obbligo di accettare pagamenti con pos
Non era stato però il governo di Mario Draghi ad introdurre l’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti con carta di credito o bancomat, bensì dal governo di Mario Monti.
Il governo Draghi ha solo anticipato l’introduzione delle sanzioni per chi non rispettasse l’obbligo che, di fatto, era come se non esistesse all’atto pratico, in quanto non rispettarlo non comportava assolutamente nessuna conseguenza per il trasgressore.
Fu invece il governo Monti ad introdurre l’obbligo inserendolo nel decreto Crescita del 2012. Nel 2014 la soglia minima venne fissata a 30 euro, mentre si rinviava l’entrata in vigore al mese di giugno 2014.
Con la Legge di Stabilità del 2016 era stato poi abbassato il tetto a 5 euro soltanto, ed erano state previste delle eccezioni per i casi di “oggettiva impossibilità tecnica” di accettare il pagamento. Al tempo stesso si stabilivano sanzioni da 500 euro per l’esercente che risultasse sprovvisto del pos, con la possibilità di arrivare a 1.000 euro e alla sospensione dell’attività se non si fosse messo in regola.
Queste misure, fin troppo severe, furono però rinviate a un decreto ministeriale che in realtà non fu mai varato.
Fu il primo governo di Giuseppe Conte invece a stabilire la misura delle multe per chi non accettava i pagamenti con pos, e lo fece con il decreto fiscale del 2019, che fissava l’importo della sanzione a 30 euro più il 4% dell’importo della transazione.
Il meccanismo sanzionatorio previsto da questo decreto avrebbe dovuto scattare a luglio 2020, ma qualche mese prima si decise di abrogare la norma.
E siamo al piano Cashless con cui il governo Conte ha previsto un credito d’imposta del 30% sulle commissioni addebitate ai commercianti e ai professionisti e l’azzeramento dei costi per le transazioni sotto i 5 euro sul circuito PagoBancomat, il che avrebbe dovuto agevolare l’accettazione anche dei micropagamenti.
A fine 2021, con un emendamento al primo decreto Recovery di Lega e Liberi e Uguali c’è stato un tentativo di introdurre le sanzioni a partire da gennaio 2023, ma poi nel mese di aprile 2022 il governo di Mario Draghi ha deciso di anticipare l’introduzione delle sanzioni, adducendo come motivazione il fatto che tale provvedimento sarebbe tra gli obiettivi del Recovery Plan da raggiungere entro il mese di giugno.
Il meccanismo sanzionatorio, e quindi l’obbligo di fatto introdotto dal governo dell’ex presidente della Banca Centrale Europea, riguarda anche i pagamenti con carte prepagate e non prevede alcuna esenzione, nemmeno per importi irrisori.
Resta l’esclusione dalla sanzione laddove sia possibile invocare una “oggettiva impossibilità tecnica”, che potrebbe essere la totale assenza di segnale internet per cause non imputabili al titolare dell’attività.
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