Ci sono novità che riguardano l’imposta di soggiorno e gli affitti brevi all’interno del decreto Semplificazioni e del decreto Aiuti. Alcuni emendamenti presentati nel corso dell’iter parlamentare infatti sono andati a modificare sia la scadenza per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi all’imposta di soggiorno, che alcune limitazioni inerenti gli affitti per brevi periodi di tempo, che in questo periodo in particolare interessano i tanti proprietari di abitazioni affittate per le vacanze al mare.
Ma quali sono le novità che riguardano gli affitti brevi e l’imposta di soggiorno? Diciamo prima di tutto che un emendamento al decreto Aiuti consente alla città di Venezia di limitare gli affitti di abitazioni locate per brevi periodi, nel caso di periodi di tempo che superano complessivamente i 120 giorni l’anno, nell’utilizzo dei servizi offerti da piattaforme quali Booking o Airbnb.
Una norma messa a punto appositamente per la città di Venezia, mentre la stessa richiesta, presentata anche da città come Bologna e Firenze, ha avuto esito negativo. Per intervenire in tal senso occorre infatti un provvedimento che arrivasse direttamente dal governo nazionale, in quanto gli enti locali non possono limitare gli affitti brevi sulla base di una iniziativa autonoma.
Quali sono le nuove regole per gli affitti brevi a Venezia
È un emendamento al decreto Aiuti a dare la possibilità al Comune di Venezia di intervenire sugli affitti brevi mettendo a punto un nuovo regolamento volto a stabilire obiettivi e limitazioni.
I vincoli che il Comune inserirà nel regolamento potranno essere introdotti non solo per il periodo estivo, ma per diversi mesi nell’arco dell’intero anno, e possono anche essere circoscritti ad alcune zone della città in particolare escludendo invece altre aree.
L’amministrazione comunale di Venezia sta già lavorando per mettere a punto il regolamento che andrà a definire limiti e obiettivi degli affitti di abitazioni per brevi periodi di tempo, facendo attenzione a rispettare i “principi di proporzionalità, di trasparenza, di non discriminazione e di rotazione, tenendo conto della funzione di integrazione del reddito esercitata dalle locazioni brevi“.
Il decreto Aiuti tuttavia non contiene particolari direttive per quel che riguarda la linea da seguire nell’ambito dei regolamenti del Comune sugli affitti brevi. L’unico limite fissato nel testo del decreto riguarda la durata degli affitti per breve periodo, indicando per chi affitta la propria abitazione per un periodo superiore ai 120 giorni nell’arco dell’anno i seguenti obblighi:
- modificare la destinazione d’uso che dovrà essere variata da residenziale a uso turistico-ricettivo
- modificare la categoria catastale dell’immobile.
Attraverso queste modifiche il Comune intende distinguere, prevedendo un regime fiscale adeguato, i soggetti che affittano una stanza o un’abitazione solo per arrotondare, da quelli che ne hanno fatto un vero e proprio business anche grazie all’appoggio di portali online quali Booking ed Airbnb.
Una nuova tassa a partire dal 2023, ecco come funziona
Ci sono poi anche altre novità che riguardano gli affitti brevi nel Comune di Venezia, ed in particolare giova ricordare che nel mese di luglio l’amministrazione comunale ha annunciato una nuova tassa da pagare, ma solo a partire dal mese di gennaio 2023.
La nuova tassa è stata chiamata “contributo d’accesso” e potrà andare da un minimo di 3 ad un massimo di 10 euro, prevedendo anche alcune esenzioni. Sono infatti esonerati dal pagamento di questa tassa le seguenti categorie di cittadini:
- cittadini con la residenza a Venezia
- parenti di cittadini residenti a Venezia
- studenti
- lavoratori pendolari
- residenti nel resto della Regione Veneto
- cittadini proprietari di immobili a Venezia e loro familiari
- bambini fino ai 6 anni di età
- persone in visita a detenuti
- chi si trova a Venezia per prendere parte a un funerale
- persone disabili e loro accompagnatori
- chi si trova a Venezia per prendere parte a competizioni sportive.
Ricordiamo in ogni caso che alcuni dettagli del regolamento sono ancora da definire, e che quindi nei prossimi giorni alcune di queste norme potrebbero essere modificate prima dell’approvazione definitiva da parte del Consiglio comunale di Venezia.
L’ultima novità è stata invece introdotta con il decreto Semplificazioni e riguarda l’imposta di soggiorno. Un emendamento al decreto fa infatti slittare la scadenza per la comunicazione dei dati dal 30 giugno al 30 settembre. Alcuni operatori tuttavia ritengono che questo emendamento non faccia altro che duplicare il contenuto di comunicazioni che sono già previste, tra cui quelle che devono essere inviate al Portale Alloggiati Web delle questure, all’Istat e al Comune stesso.
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